PER IL PROSSIMO CARNEVALE SIAMO INVITATI A COSTRUIRE TUTTI ASSIEME UNA RAPPRESENTAZIONE TEATRALE DI COMUNITA'
Per parlarne Vi invitiamo alla Consulta di quartiere Sant'Albino di mercoledì 15/1/2020 ore 21- c/o Centro civico di Via Mameli
Lorena Cantarelli è "capitata" a Sant'Albino con l'idea di avviare un corso di teatro fondato su raccolta di memorie e spirito di comunità. Nonostante le difficoltà ha deciso di "adottarci" e di regalarci una proposta di teatro di comunità che avrà coronamento nella sfilata di Carnevale del 21/2/2020. Una proposta ambiziosa cui dovremo dare una risposta importante di impegno e partecipazione. Qualcosa che possa riportare in vita le lontane esperienze del teatro filodrammatici parrocchiale e recuperare l'eredità del Palio. Una scintilla per riaccendere a Sant'Albino il falò di una vita comunitaria attorno al quale riconoscersi e contrastare l'individualismo e il senso di solitudine e abbandono delle nostre periferie.
L'appello all'impegno si rivolge a tutti ma in particolare alle agenzie educative, alle scuole, alla Parrocchia e all'Oratorio, alla Consulta e ai membri del Comitato di quartiere e a quanti hanno abilità attoriali, musicali, artigianali da mettere in campo. Con la promessa di replicare presto il tutto anche a San Damiano.
Cercheremo di contattare personalmente tutti i possibili collaboratori. Chi si sentisse motivato lasci recapito al Centro civico o alla mail : cqsantalbino@yahoo.it.
Per capirne di più ecco le indicazioni suggerite da Lorena. Ovviamente tutto il materiale riportato sotto è di sua proprietà intellettuale e non può essere utilizzato senza il suo assenso.
Ruoli per l’evento "Bosinada in quartine di ottonari in lode di Sant’Antonio Abate"
Bosìn
Fantoccio
raffigurante Sant’Antonio Abate (attore mimo)
Attore che
presta la voce a Sant’Antonio Abate nel contrasto finale con Lucifero
4 o più
Cantanti/Eremiti per coro di strada
Suonatore di
fisarmonica
Suonatore di
chitarra
Suonatore di
armonica a bocca
Suonatore di
percussioni
Un gruppetto di
ragazzi muniti di coperchi, oggetti sonori (raganelle, bastoni) che useranno
durante la scena finale dell’inseguimento del maialino
Maschera del
maiale
Fantoccio di
Paolo di Tebe (attore mimo)
Fantoccio
raffigurante Lucifero (attore mimo)
Attore che
presta la voce a Lucifero nel contrasto finale con Sant’Antonio Abate
Fantoccio
raffigurante la moglie di Lucifero (attore mimo)
Attrice che
presta la voce alla moglie di Lucifero nel contrasto finale con Sant’Antonio
Abate
3 Attori con
maschera demoniaca nel ruolo dei diavoli nell’inseguimento del maialino dentro
l’inferno
Un gruppetto di
bambini con indumenti di colore rosso/nero, con maschera diabolica che si accodano
ai tre attori diavoli impegnati a inseguire il maialino dentro l’inferno
Occorrono, poi,
persone che preparano le bevande calde (brulè, tè) e i tortelli di Sant’Antonio
da offrire al termine della bosinada.
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L’evento "Bosinada in quartine di ottonari in lode di Sant’Antonio Abate"Immagino per la sera del 21 febbraio 2020 una processione di tipo drammatico, che prevede, cioè, momenti di azione teatrale in punti precisi del percorso, che si svolge a tappe.
Una processione di tipo circolare, che non
figuri come una semplice passeggiata, ma contenga
gli stessi aspetti delle processioni antiche, rappresenti la trama ideale del
rito tradizionale, solleciti, risvegli la partecipazione della gente al
rito/dramma, la faccia sentire parte integrante della rappresentazione. Una processione che si presenterà anche come parata con grandi fantocci che
raffigurano Sant’Antonio, il demonio e altre maschere diaboliche, con un coro
di eremiti che con il loro canto di strada commentano le vicende narrate da un
bosìn cantastorie.
Sarà,
quindi, una festa che unirà parti narrative di collegamento, con la figura di
un bosìn che trae ispirazione dalla biografia del santo, dalla ricerca sulla
figura venerata e mette in rilievo i legami tra tradizione cristiana e culti precristiani
di origine celtica con parti corali cantate, commentate dalla musica dal vivo
(chitarra, fisarmonica, percussioni). E poiché nel teatro popolare medievale lo
spirito autenticamente celebrativo si accompagnava sempre a quello giocoso,
l’ultima stazione della processione prevede il combattimento tra Sant’Antonio e
il demonio.
Immagino
i bambini/ragazzi delle scuole impegnati nella realizzazione dei grandi
fantocci e nello studio della tradizione legata al santo, delle sue radici
storico-culturali.
Immagino
anche i ragazzi più grandi coinvolti nella rappresentazione come
attori-cantanti.
Queste
sono le tappe della processione circolare:
Cascina Bastoni
via Mameli
Svolta
in via Marco d’Agrate
Cascina curt di Bagiot Osteria L’Isola via Sant’Albino n° 59
Svolta
in via Francesco Ferrucci
Svolta
in via Alberto da Giussano
Cascina Pirolina via Alberto da Giussano (o Cascina
Bramati)
Si
riprende via Marco d’Agrate
Parcheggio in via Marco d’Agrate
Piazza Pertini o Piazza
del Sole con proiezione sulla scultura che raffigura il sole l’immagine di
un fuoco acceso che le si sovrappone.
La
festa termina con bevande di conforto, thè e vin brulè e tortelli di
Sant’Antonio. L’evento potrebbe
inserirsi in un progetto sulla memoria del territorio che ha come finalità
generale la valorizzazione del patrimonio identitario, il risveglio culturale e
sociale del quartiere di Sant’Albino/ San Damiano che si raduna nei suoi luoghi
simbolici.
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BOSINADA IN
QUARTINE DI OTTONARI IN LODE DI SANT’ANTONIO ABATE
Prima stazione Nella corte della Cascina Bastoni
Il Bosìn, da
una ringhiera, si rivolge alla gente che partecipa all’evento.
BOSÌN
Buonasera buona
gente
radunata qui in
corte.
Dedicata è alla
contrada
questa sacra
bosinada.
Son Bosìn de la
Brianza
e vi parlo dal
balcone.
Buona gente,
presta ascolto
a chi ha da
dire molto.
Questa notte di
gennaio
si festeggia
Sant’Antonio,
Sant’Antonio
del porcello
che suonava il
campanello.
È Antonio
l’eremita
venerato in
tutto il mondo.
Col baston del
pellegrino
è arrivato in
Sant’Albino. Sbuca da dietro l’angolo ed
entra in corte Sant’Antonio con il bastone.
Da agiati
agricoltori
in un borgo
dell’Egitto
ricco e nobile
era nato
Sant’Antonio
venerato.
Quella vita
troppo agiata
lo annoiava da
morire,
finché non aprì
il Vangelo
e dagli occhi
cadde il velo.
“Vendi tutto
quel che hai,
dallo ai tanti
poverelli
se vuoi essere
perfetto”.
Così Cristo un
giorno ha detto.
Morti entrambi
i genitori
lui rinuncia al
patrimonio
e convince la sorella
a votarsi
monachella.
Nel deserto di
Tebaide
il ventenne
Antonio Abate
stabilisce la
dimora
e le vanità
ignora. Il Bosìn scende in mezzo alla gente.
Vive solo di
preghiera,
la sua fama si
diffonde.
Van da lui
frotte di gente
come lui di cuore
ardente. Entrano in scena gli eremiti che canteranno il canto di strada.
Parte la processione che si
dirige in via Marco d’Agrate.
Ripudiando il
vecchio mondo
vanno dietro al
buon abate,
ne diventano
seguaci.
Non più vin,
donne procaci,
ma una vita
solitaria
di digiun,
meditazione,
consumati fino
all’osso
sulle rive del
Mar Rosso.
CANTO DI STRADA DEGLI EREMITI
Santa notte a
voi signori
che di casa siete
fuori
che vi siete
fatti avanti.
Santa notte a
tutti quanti.
Santa notte di
gennaio
poca paglia nel
pagliaio
poco fieno nel
fienile
Sant’Antonio è
qui in cortile.
Tra i buoi e le
cavalle
il maiale e le
galline
Sant’Antonio ci
procaccia
grazie tante e i
guai discaccia.
Era lui di
fresca vita
quando si facea
romita
quando andava
nel deserto
di cilicio
ricoperto.
Di cilicio era
coperto
per restare in
penitenza.
D’erba cruda si
cibava
di continuo
digiunava.
Nel deserto
dell’Egitto
noi romiti mendicanti
noi veniam con
sacri canti
un gran santo a
celebrar.
Seconda stazione Nella Curt di Biagiòt in via Sant’Albino
59
Riprende il
Bosìn a narrare da un punto alto.
BOSIN
Son Bosìn, non
son mendace.
Il discepolo
Atanasio
l’ha vergato in
pergamena:
fu la sua una
vita piena.
Muore a
centocinque anni,
diciassette di
gennaio,
il Beato
Antonio Abate.
Non di oro il
patrimonio,
ma di detti, di
consigli
di parole
incoraggianti
per cristiani
desolati
dal poter
perseguitati.
Atanasio scrive
ancora
che un giorno
Sant’Antonio
vede Paolo
l’Eremita
ed a pranzo lo
invita.
Ma che pranzo
può servire
chi va in giro
col cilicio,
bruca le radici
amare,
sempre pronto a
digiunare?
Ma un corvo
vien dal cielo
con un bianco
pan nel becco
e ristora i due
romiti
dal miracol
sbalorditi.
Paolo era
vecchio e stanco
e malato oltre
misura.
Sant’Antonio lo
conforta
l’olio santo alfin
gli porta.
Pellegrini e
bisognosi La processione riparte, diretta in via Alberto da Giussano.
accorrevano
alla grotta,
l’ideale
residenza
dove fare
penitenza.
Nuovo apostolo
di Cristo
Sant’Antonio
ricevette
il potere di
guarire
piaghe e morbi
a non finire.
CANTO DI STRADA DEGLI EREMITI
Il discepolo
Atanasio
su una carta
pergamena
raccontò la
lunga vita
di Antonio
l’eremita.
Regalava i suoi
consigli
e la santa
protezione.
Col bastone
benediva
ogni creatura
viva.
Una volta nel
deserto
incontrò Paolo
di Tebe
eremita
vecchierello,
Sant’Antonio
giovincello.
Apparecchia
Sant’Antonio
per sfamare
quel vegliardo,
ma la tavola è
sguarnita
del perfetto
eremita.
Ecco che dal
cielo un corvo
porta un pane
in mezzo al becco.
Benedetto è
l’animale
come manna
celestiale.
Ed a Paolo
diede pure
poche gocce
d’olio santo.
Sant’Antonio
con premura
gli ha dato
sepoltura.
E bussavano
alla grotta
i malati d’ogni
sorta.
Sant’Antonio li
guarisce,
la salute gli
fornisce.
Terza stazione Nella Cascina Bramati o Pirolina
Riprende il
Bosìn a narrare da un punto alto.
BOSIN
Riverita buona
gente
dal Bosìn qui
radunata,
segui il filo
del mio detto
su quest’uomo
benedetto.
Guaritore
Sant’Antonio
e stimato
esorcista
manda via
purificati
più di mille
indemoniati.
Ma lui stesso
fu tentato
e più volte dal
demonio
che lo
percuoteva forte
pressappoco
fino a morte.
Tentazioni
tormentose
assalivano l’abate.
Belzebù prende
sembianza
di una donna in
una stanza.
Dalla trappola
carnale
l’eremita si
sottrae
e con sforzo
straordinario
si difende col
rosario.
Il demonio
contrattacca
con lusinghe di
guadagno,
ma il romito
non si abbatte
e la tentazion
combatte.
Sempre attento
sta in ascolto.
Se la voce del
demonio
nelle orecchie
gli rimbomba,
si rifugia in
una tomba.
Lega in cima al
suo bastone All’apparizione del maialino, la processione riprende.
un sonoro
campanello.
Gli è compagno
un porcellino
che rallegra il
suo cammino.
CANTO DI STRADA DEGLI EREMITI
Da Antonio
guaritore
portan pur gli
indemoniati.
Lui gli spezza
le catene
e il demonio in
scacco tiene.
Il demonio
screanzato
lo tentava
notte e giorno.
Belle donne gli
portava
col rosario le
scacciava.
Il demonio a
tradimento
gli portava
chili d’oro.
Sant’Antonio li
disprezza
e si barrica in
fortezza.
Poi incontra un
maialino
e al bastone da
passeggio
ha legato un
campanello
e va in giro
col porcello.
Quarta stazione Nel parcheggio in via Marco d’Agrate
Riprende il
Bosìn a narrare da un punto alto.
BOSIN
Il bosìn è qui
da voi
a parlar di
Sant’Antonio,
lottatore senza
sosta
contro chi gli
fa la posta.
Il demonio
dispettoso
gli saliva
sulle spalle
e gridava
“Antonio, corri,
a scalare
quelle torri!”
Sant’Antonio
Abate va
col demonio
sulla groppa
e dall’alto di
un torrione
lo spedisce in
un burrone.
Quinta stazione Nella
piazza “Sandro Pertini” o Piazza del Sole
Riprende il
Bosìn a narrare sopra il gradino circolare all’interno della piazza, che
delimita l’area con la scultura raffigurante il sole mentre il pubblico si
siede tutt’intorno sul gradino circolare esterno.
BOSIN
Ma l’impresa
più grandiosa
che andremo a
raccontare
fu la volta che
Antonio
andò a casa del
demonio.
C’è chi dice
che l’ha fatto
per salvar dei
peccatori
e gabbare da
birbone
Satanasso col
forcone.
Brava gente a
voi la scelta
di pensare
all’episodio
come a una
bella fola
o di credermi
in parola.
Sta di fatto
che la Terra
era fredda come
il ghiaccio.
Fuoco ardente
all’uom serviva
per scaldar con
fiamma viva.
Così Antonio va
davanti
alla porta
dell’inferno
e trovandola
socchiusa,
entra senza
chieder scusa.
INIZIA IL COMBATTIMENTO TRA SANT’ANTONIO E IL DEMONIO
IL DEMONIO: Chi ha violato questo accesso
senza chiedere
permesso?
GLI ALTRI DIAVOLI (rivolti a Lucifero): Belzebù, non lo sappiamo
finché non
l’avviciniamo.
IL DEMONIO (rivolto agli altri diavoli): E allor che aspettate?
L’insolente a me portate!
GLI ALTRI DIAVOLI (rivolti a
Sant’Antonio): Qui
Lucifero comanda
e noi
siamo la sua banda.
Lo catturano e lo trascinano da Lucifero.
IL DEMONIO (rivolto a Sant’Antonio): Vecchio monaco di Dio,
tu lo sai chi sono io?
SANT’ANTONIO (rivolto a Lucifero): Sei quel mostro scellerato
che dal cielo fu
scacciato.
Compare il maialino, che è entrato nell’inferno, mettendo in allarme
i diavoli.
GLI ALTRI DIAVOLI (rivolti a Lucifero): Anche il porco che lo scorta
ha infilato la tua porta!
IL
DEMONIO (rivolto agli altri diavoli): Conducete al mio cospetto
quel compare maledetto.
Cuocerà dentro alla brace
con l’abate troppo audace.
I diavoli rincorrono il maialino attorno alla scultura del sole
facendo un grande strepito con i bastoni.
GLI ALTRI DIAVOLI (rivolti a Lucifero): L’imprendibile maiale
sale e scende le tue scale!
Or si è chiuso giù in cantina.
Chissà quanti guai
combina!
IL DEMONIO (rivolto agli altri diavoli): Si berrà quel maialino
le bottiglie del mio vino!
(rivolto a Sant’Antonio):
Certo è il tuo braccio destro
e tu sei il suo maestro.
SANT’ANTONIO (rivolto a Lucifero): Il maestro è il Signore
che soccorre a tutte l’ore.
I diavoli passano davanti al demonio.
GLI ALTRI DIAVOLI (rivolti a Lucifero): Or non è più giù da basso,
ma in cucina a far
fracasso!
Tra i fornelli corre e salta
piatti e
pentole ribalta.
Il fracasso aumenta, con fragore di coperchi sbattuti.
IL DEMONIO (correndo dietro agli altri
diavoli): Sta gettando
lo scompiglio.
Fate
largo che lo piglio!
Il fracasso prosegue.
SANT’ANTONIO (incitando il maialino): Fai stancare buon maiale
quell’esercito infernale!
E di lui prenditi giuoco
mentre io catturo il fuoco.
Ora infilzo un tizzone
con la punta del bastone.
Il maialino, correndo, guadagna la porta dell’inferno.
GLI ALTRI DIAVOLI (rivolti al maialino): Con astuzia criminale
ci ha gabbato il maiale.
Diamo addosso all’eremita
e riapriamo la partita!
Duello tra i diavoli e Sant’Antonio a suon di bastonate.
Sant’Antonio ha il sopravvento sui diavoli, che al termine della battaglia,
sono stremati, a terra. Sant’Antonio corre verso la porta dell’inferno e
scappa. La scena termina con Lucifero che sopraggiunge, inseguito dalla moglie
che brandisce una grossa padella.
GLI ALTRI DIAVOLI: Ecco il capo in preda a doglie
inseguito
dalla moglie.
LA MOGLIE DEL DEMONIO (grida infuriata,
rivolta al marito): Incapace,
inconcludente!
Non hai combinato niente!
Hai lasciato che il
porcello
scatenasse quel
macello!
E la mia
peperonata
colpa tua se si è guastata!!
IL DEMONIO (urlando dallo spiraglio
della porta dell’inferno):
Hai sconvolto la mia vita
malandrino eremita!
Riprende il Bosìn dall’alto del gradino circolare
all’interno della piazza.
BOSÌN
Buona gente,
hai veduto
in terribile
battaglia
Sant’Antonio
vincitore
del demonio
tentatore.
Or bisogna che
io vada
a finir la
bosinada.
Per Antonio
Abate è d’uopo
che qualcuno
accenda il fuoco,
che con canti,
balli e cori
e con suoni lo
si adori.
CANTO FINALE DEGLI EREMITI
Viva viva
Sant’Antonio
il nemico del
demonio.
È finito il
nostro canto
Babbo, Fiòl,
Spirito Santo.
E per quanto
noi lodiamo,
e per quanto
noi cantiamo,
più di questo
non ci resta
che di fargli
una gran festa
che di fargli
una gran festa.
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