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15 giugno 2018

02 settembre 2015

"AIUTIAMOLI A CASA LORO" : COOPERAZIONE DI (BASSA) LEGA


il titolo è mio. Il resto è di 
Alfredo Luis Somoza
28 agosto alle ore 14:05 · Modificato · 
“Aiutiamoli a casa loro” è lo slogan coniato dalla Lega Nord negli anni ’90 per chiarire cosa intendono per cooperazione e per giustificare la chiusura nei confronti dell’immigrazione in Italia. A distanza di 20 anni, nei quali per due terzi la Lega Nord ha avuto importanti incarichi di governo, questi alcuni fatti: 1) Nel 1994, i fondi per la cooperazione internazionali stanziati dall'Italia vengono tagliati del 53% dal Governo berlusconi. Nel 2011, dopo il ritorno al potere, taglieranno ancora il 45% dei fondi ereditati dal Governo Prodi. 2) L’Italia, durante gli anni in cui la Lega è stata al Governo, precipita al penultimo posto tra i paesi OCSE per i fondi stanziati per la cooperazione (0,11% PIL), smentendo le promesse di Silvio Berlusconi di destinare l'1% del PIL 3) Una nuova Legge sulla cooperazione, che aggiorni gli strumenti e la visione della cooperazione per due volte viene bloccata in Parlamento e non viene approvata (verrà approvata successivamente con la Lega all'opposizione ) 4) La solidarietà “padana” da vita a due associazione “Copam, Cooperazione Padania-Mondo, Aiutiamoli a casa loro” e "Umanitaria Padana". Entrambe raccoglieranno fondi pubblici e privati per qualche decina di migliaia di euro conducendo interventi praticamente simbolici in Eritrea, Serbia, Ucraina. 5) Il “tesoro di Belsito”, cioè i fondi dirottati dal cassiere della Lega, in parte finiscono in Africa ma non agli africani attraverso l’acquisto di diamanti di dubbio origine e investimenti offshore in Tanzania. 6) Durante l’ultimo Governo Berlusconi, l’Italia partecipa, contro i suoi interessi, alla crociata contro Gheddafi che porterà alla fine della Libia e al caos attuale. La Lega fa parte del governo e non si oppone 7) Nel 2003 il Governo Berlusconi, con la Lega, contribuisce alla formulazione del regolamento Dublino II, che sancisce il principio, oggi contestato dalla Lega (e non solo), secondo cui il richiedente asilo deve fermarsi nel primo paese di arrivo in Europa.
Questo il breve curriculum leghista a sostegno del principio “aiutiamoli a casa loro”. Pillole di informazione che nessuno sta raccontando.

02 settembre 2014

ARCORE: I RAZZISTI DELLA LEGA LANCERANNO NOCCIOLINE ALLA KYENGE

sabato 6 settembre, ore 10,  sarà presente ad Arcore l’onorevole del Partito Democratico Cécile Kyenge per presentare presso la Biblioteca Civica il suo libro “Ho sognato un’altra strada: i diritti di tutti”.
A questo proposito, il Sindaco di Arcore Rosalba Colombo ci ha informato che la Lega ha organizzato un sit-in di disturbo all’arrivo dell’Onorevole Kyenge:

Vi informo che sabato mattina la Lega ha organizzato un sit- in di disturbo con lancio di noccioline etc.. all'arrivo dell'onorevole Kyenge.
Vi invito ad essere tutti presenti, di  invitare più persone possibili, per formare una presenza umana pacifica e serena ma che promani un messaggio forte di condanna e solidarietà.
La nostra Amministrazione non può  far passare sotto silenzio un gesto indegno  come questo.
Io e l'Assessore alla Cultura Palma faremo la nostra parte, ma serve la forza della presenza della nostra gente.
Per cui vi invito tutti a partecipare con animo sereno ma fermo nella condanna di atti eticamente scorretti.
Siamo tutti l'Onorevole Kyenge.

Il Sindaco Rosalba Colombo



22 maggio 2014

LEGHISTI SENZA CERVELLO E SENZA CUORE


Claudio Morganti: leghista choc dopo la ragazza cinese morta a Prato: "Che si ammazzino tra di loro"

L'Huffington Post  |  Pubblicato:   |  Aggiornato: 20/05/2014 15:37 CEST

21 marzo 2014

Rimborsopoli, così la busta di Boni lievitò fino a 35mila euro

Le prove nell’inchiesta sui rimborsi pazzi per l'ex presidente del Consiglio regionale. «Abitava a Milano ma per 9 anni intascò i soldi dei viaggi da Sabbioneta al Pirellone»

Una busta paga che nel gennaio di tre anni fa raggiungeva i 35mila euro e rotti. Soldi percepiti truccando le carte e gonfiando i rimborsi: avrebbe finto, sostengono gli investigatori, di abitare ancora nel paese natale, Breda Cisoni, vicino a Sabbioneta e non invece a Milano. Un pugno in faccia a chi sconta i costi della crisi. Un doppio pugno in faccia, visto che si tratta di soldi pubblici e a versare la busta paga all’ex presidente del consiglio regionale Davide Boni, era la Regione Lombardia, la stessa che per necessità di revisione di spesa è costretta a tagliare personale sanitario e posti letto ospedalieri. Ora, a qualche giorno dalla chiusura dell’inchiesta della Procura di Milano nei confronti di 55 ex consiglieri regionali lombardi, nove ex assessori e un collaboratore, accusati di peculato per le spese pazze rimborsate dal Pirellone, emergono nuovi particolari, in particolare la busta paga di Boni, pubblicata mercoledì dal quotidiano La Repubblica.
I soldi pubblici intascati illecitamente dagli amministratori del Pirellone ammontano, secondo le carte dell'inchiesta, a quasi tre milioni e mezzo di euro. Di questa montagna di denaro sparito Davide Boni avrebbe intascato in modo giudicato illegittimo 32mila euro, tutti in buoni benzina. Questo nell’arco di nove anni, tra il 2003 e il 2011. Il trucco, sempre secondo i magistrati della Procura milanese, era di far risultare la residenza nel Mantovano ed essere così costretto a percorrere ogni giorno quasi 300 chilometri in andata e ritorno tra Sabbioneta e Milano. In realtà le cose non andavano così, secondo gli agenti di polizia giudiziaria che, tra le prove raccolte, hanno anche interpellato la portiera dello stabile milanese dove l'esponente leghista abita da anni, in zona tribunale, che è di proprietà della moglie. A quanto pare la testimonianza è stata molto precisa: la portiera ha ricordato che dal 2003 Boni «usciva tutte le mattine alle 8 e dieci con la moglie e il figlio. Era molto gentile, mi salutava sempre chiamandomi per nome...».
Nella busta paga del gennaio 2011, Boni aveva insomma percepito - assieme al normale mensile - anche un arretrato di rimborso spese di trasporto di ben 12.900 euro. Aggiunto alle altre voci del compenso danno luogo alla sproporzionata cifra di 35mila euro. Nelle Rimborsopoli milanese altri due nomi mantovani: l’ex consigliere regionale leghista Claudio Bottari e l’ex assessore alla digitalizzazione (Pdl) Carlo Maccari.

da  http://gazzettadimantova.gelocal.it/cronaca/2014/03/20/news/rimborsopoli-cosi-la-busta-di-boni-lievito-fino-a-35mila-euro-1.8887611

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