LIBERTA' PER KONG RAYA, LIBERTA' PER LA CAMBOGIA!Ha scritto sulla sua pagina facebook che il suo paese, la Cambogia,...
Pubblicato da Silvestro Montanaro su Domenica 6 marzo 2016
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09 marzo 2016
Liberta' per Kong Raya, libertà per la Cambogia (Silvestro Montanaro)
05 marzo 2016
L'AVVENTURA LIBICA (SILVESTRO MONTANARO)
L'AVVENTURA LIBICA
Siamo alla guida di un'azione militare in Libia, stando alle dichiarazioni di più' esponenti dell'amministrazione americana.
Questa guerra addirittura sarebbe già' iniziata. Truppe speciali francesi ed americane, forse anche di altri paesi, forse anche nostre,sono gia' in azione. Si bombarda e il nostro paese ospita una discreta quantità' di droni americani. Noi, il nostro parlamento non ne abbiamo,pero', finora, mai potuto discutere. Il governo non ha ancora ritenuto suo dovere spiegarci di cosa si parla….
Si e' detto che dovremmo intervenire su richiesta del governo libico per aiutarlo a stabilizzare il paese e combattere l'avanzata dei miliziani dell'Isis. Ad oggi non esiste alcun governo libico. Per la verità' non esiste più' la Libia. Alcuni teorizzano la spartizione di questo paese in tre nuove entità' statali. La realtà' ci dice che siamo di fronte ad una nazione implosa e fallita nella quale ogni tribù decide e governa il territorio che riesce a controllare a mano armata. Di armi, inutile dirlo, in giro ce ne e' un'infinita'. Le stesse che la coalizione che oggi vorrebbe stabilizzare quel territorio distribuì' largamente nella guerra per detronizzare Gheddafi. E' guerra di tutti contro tutti. La stessa nascita dell'Isis in Libia e' figlia di queste logiche. Tra le sue fila ci sono tantissimi sostenitori di Gheddafi, intere tribù' penalizzate dalla guerra e messe totalmente ai margini, umiliate, da chi quella guerra ha vinto. L'assenza di politiche di riconciliazione ed inclusione ha portato una moltitudine di giovani a schierarsi sotto le bandiere del califfodi Baghdad.
Ed e' guerra di tutti contro tutti anche nella coalizione che dovremmo "guidare".
L'Italia fu trascinata nella guerra per eliminare il leader della Rivoluzione Verde. Contro i suoi interessi e contro ogni ragionevolezza dettata dalla grande esperienza accumulata negli anni da quelle parti. Non sapemmo opporci ad un'operazione che già' sapevamo fallimentare. Ce lo imposero gli americani, ce lo imposero i francesi che non vedevano l'ora di metter fine al nascente proposito di una moneta unica africana di cui Gheddafi era promotore. Sarebbe stato per la Francia un colpo durissimo visto che la Francia impone ancora oggi alle sue "ex" colonie una moneta stampata nel suo territorio e protetta dai versamenti onerosi e forzosi delle sue ex province d'oltremare. Avrebbero perso il controllo di quelle economie. Nello stesso tempo per i cugini d'oltralpe si dava la possibilità' di mettere in crisi la nostra leadership petrolifera nell'area e assicurarsi il controllo del Sahel, ricco di minerali e potenzialmente la più' grande centrale di energia solare del pianeta. Gli ultimi anni hanno dimostrato più' volte la divaricazione di interessi tra noi ed i nostri "alleati". La loro contrapposizione.
Stiamo entrando quindi in una pericolosissima situazione nella quale non solo dovremo stare attenti al nemico di fronte a noi, ma guardarci attentamente le spalle. Un'avventura!
Siamo alla guida di un'azione militare in Libia, stando alle dichiarazioni di più' esponenti dell'amministrazione americana.
Questa guerra addirittura sarebbe già' iniziata. Truppe speciali francesi ed americane, forse anche di altri paesi, forse anche nostre,sono gia' in azione. Si bombarda e il nostro paese ospita una discreta quantità' di droni americani. Noi, il nostro parlamento non ne abbiamo,pero', finora, mai potuto discutere. Il governo non ha ancora ritenuto suo dovere spiegarci di cosa si parla….
Si e' detto che dovremmo intervenire su richiesta del governo libico per aiutarlo a stabilizzare il paese e combattere l'avanzata dei miliziani dell'Isis. Ad oggi non esiste alcun governo libico. Per la verità' non esiste più' la Libia. Alcuni teorizzano la spartizione di questo paese in tre nuove entità' statali. La realtà' ci dice che siamo di fronte ad una nazione implosa e fallita nella quale ogni tribù decide e governa il territorio che riesce a controllare a mano armata. Di armi, inutile dirlo, in giro ce ne e' un'infinita'. Le stesse che la coalizione che oggi vorrebbe stabilizzare quel territorio distribuì' largamente nella guerra per detronizzare Gheddafi. E' guerra di tutti contro tutti. La stessa nascita dell'Isis in Libia e' figlia di queste logiche. Tra le sue fila ci sono tantissimi sostenitori di Gheddafi, intere tribù' penalizzate dalla guerra e messe totalmente ai margini, umiliate, da chi quella guerra ha vinto. L'assenza di politiche di riconciliazione ed inclusione ha portato una moltitudine di giovani a schierarsi sotto le bandiere del califfodi Baghdad.
Ed e' guerra di tutti contro tutti anche nella coalizione che dovremmo "guidare".
L'Italia fu trascinata nella guerra per eliminare il leader della Rivoluzione Verde. Contro i suoi interessi e contro ogni ragionevolezza dettata dalla grande esperienza accumulata negli anni da quelle parti. Non sapemmo opporci ad un'operazione che già' sapevamo fallimentare. Ce lo imposero gli americani, ce lo imposero i francesi che non vedevano l'ora di metter fine al nascente proposito di una moneta unica africana di cui Gheddafi era promotore. Sarebbe stato per la Francia un colpo durissimo visto che la Francia impone ancora oggi alle sue "ex" colonie una moneta stampata nel suo territorio e protetta dai versamenti onerosi e forzosi delle sue ex province d'oltremare. Avrebbero perso il controllo di quelle economie. Nello stesso tempo per i cugini d'oltralpe si dava la possibilità' di mettere in crisi la nostra leadership petrolifera nell'area e assicurarsi il controllo del Sahel, ricco di minerali e potenzialmente la più' grande centrale di energia solare del pianeta. Gli ultimi anni hanno dimostrato più' volte la divaricazione di interessi tra noi ed i nostri "alleati". La loro contrapposizione.
Stiamo entrando quindi in una pericolosissima situazione nella quale non solo dovremo stare attenti al nemico di fronte a noi, ma guardarci attentamente le spalle. Un'avventura!
29 febbraio 2016
SGOMBERI FORZOSI E MANGANELLATE AI PROFUGHI SIRIANI CHE MUOIONO DI FAME (di Silvestro Montanaro)
SGOMBERI FORZOSI E MANGANELLATE AI PROFUGHI SIRIANI CHE MUOIONO DI FAMEMigliaia di siriani, soprattutto bambini e...
Pubblicato da Silvestro Montanaro su Lunedì 29 febbraio 2016
20 febbraio 2016
SPARIAMO AI PROFUGHI (Silvestro Montanaro)
Silvestro Montanaro ha aggiunto 12 nuove foto.
2 h ·
SPARIAMO AI PROFUGHI...
Il "nostro" amico Erdogan comincia a far sul serio. Gli abbiamo chiesto di arginare il flusso di profughi verso le nostre terre. Gli daremo miliardi. Ne ha chiesti il doppio, ma intanto comincia a fare il suo "dovere". Alla frontiera con la Siria i soldati turchi hanno sparato ai profughi che tentavano di entrare. Lo denuncia Amnesty International e descrive l'inferno. Ci sono state vittime. Un bambino colpito alla testa. E vittime ci sono ogni giorno, a quella maledetta frontiera che per tanti disperati significa salvezza. Gli ingressi sono bloccati e decine di migliaia di donne e bambini, in fuga dalle macerie di Aleppo e delle altre cittadine contese in questi giorni muoiono di fame e di freddo. e di ferite non curate. Teoricamente dovrebbe essere permesso l'ingresso in Turchia dei feriti più' gravi. Teoricamente…Nei fatti, porte chiuse. Una giovane donna ha perso la sua povera bambina colpita alla schiena da una scheggia di bomba. Suo marito agonizza. Forse in un ospedale turco si sarebbero salvati. In quelli siriani e' impossibile. Sono allo stremo. non hanno risorse e sono divenuti obiettivo dei bombardamenti. Crimini di guerra che nessuno giudicherà', cui nessuno sembra aver intenzione di metter fine.
L'Europa chiude velocemente le sue porte. E' incapace di reggere a questa grande crisi umanitaria. Gli egoismi prevalgono, si ergono nuove orribili mura.
In questo clima la disperazione dei siriani diventa merce di scambio. Erdogan vuole soldi per fermarli e vuole che l'Europa lo appoggi contro l'odiato Putin e l'odiato Assad. Intanto prepara l'intervento di terra giustificato dalla necessita' di creare una zona cuscinetto in Siria dove poter insediare immensi campi di rifugiati. In realtà' per dare un colpo ai curdi siriani e per strappare terra ad Assad che praticamente sta vincendo questa odiosa ed inutile guerra. Poco importa che un'operazione del genere possa portare ad un allargamento pericolosissimo del conflitto. La Russia non starebbe a guardare. Neanche l'Iran. ed in caso di conflitto tra Russia e Turchia, la Nato, noi, che faremmo? Inevitabilmente saremmo attratti da questo gorgo assassino...
Ci sono forze ed interessi potentissimi che vogliono uno scenario del genere. Al Consiglio di sicurezza dell'ONU discutono di questo, ma a noi nessuno racconta la verita'
Urge una soluzione politica, urge assolutamente la pace. Per il popolo siriano straziato da una guerra importata da altri. Per tutti noi seduti sul ciglio del burrone mentre si fanno a pezzi migliaia di angeli e si uccide la nostra dignità' .
Il "nostro" amico Erdogan comincia a far sul serio. Gli abbiamo chiesto di arginare il flusso di profughi verso le nostre terre. Gli daremo miliardi. Ne ha chiesti il doppio, ma intanto comincia a fare il suo "dovere". Alla frontiera con la Siria i soldati turchi hanno sparato ai profughi che tentavano di entrare. Lo denuncia Amnesty International e descrive l'inferno. Ci sono state vittime. Un bambino colpito alla testa. E vittime ci sono ogni giorno, a quella maledetta frontiera che per tanti disperati significa salvezza. Gli ingressi sono bloccati e decine di migliaia di donne e bambini, in fuga dalle macerie di Aleppo e delle altre cittadine contese in questi giorni muoiono di fame e di freddo. e di ferite non curate. Teoricamente dovrebbe essere permesso l'ingresso in Turchia dei feriti più' gravi. Teoricamente…Nei fatti, porte chiuse. Una giovane donna ha perso la sua povera bambina colpita alla schiena da una scheggia di bomba. Suo marito agonizza. Forse in un ospedale turco si sarebbero salvati. In quelli siriani e' impossibile. Sono allo stremo. non hanno risorse e sono divenuti obiettivo dei bombardamenti. Crimini di guerra che nessuno giudicherà', cui nessuno sembra aver intenzione di metter fine.
L'Europa chiude velocemente le sue porte. E' incapace di reggere a questa grande crisi umanitaria. Gli egoismi prevalgono, si ergono nuove orribili mura.
In questo clima la disperazione dei siriani diventa merce di scambio. Erdogan vuole soldi per fermarli e vuole che l'Europa lo appoggi contro l'odiato Putin e l'odiato Assad. Intanto prepara l'intervento di terra giustificato dalla necessita' di creare una zona cuscinetto in Siria dove poter insediare immensi campi di rifugiati. In realtà' per dare un colpo ai curdi siriani e per strappare terra ad Assad che praticamente sta vincendo questa odiosa ed inutile guerra. Poco importa che un'operazione del genere possa portare ad un allargamento pericolosissimo del conflitto. La Russia non starebbe a guardare. Neanche l'Iran. ed in caso di conflitto tra Russia e Turchia, la Nato, noi, che faremmo? Inevitabilmente saremmo attratti da questo gorgo assassino...
Ci sono forze ed interessi potentissimi che vogliono uno scenario del genere. Al Consiglio di sicurezza dell'ONU discutono di questo, ma a noi nessuno racconta la verita'
Urge una soluzione politica, urge assolutamente la pace. Per il popolo siriano straziato da una guerra importata da altri. Per tutti noi seduti sul ciglio del burrone mentre si fanno a pezzi migliaia di angeli e si uccide la nostra dignità' .
18 febbraio 2016
IN SIRIA MUORE LA DIGNITA' DEL MONDO (SILVESTRO MONTANARO)
Silvestro Montanaro ha aggiunto 20 nuove foto.
IN SIRIA MUORE LA DIGNITA' DEL MONDO
" Un mondo che fa queste cose ai suoi bambini, che li uccide, li terrorizza e li storpia, e' un mondo che fa guerra al futuro e all'allegria. E' un mondo morto e senza anima". Me lo disse, triste e sconvolto,un giorno, tanti anni fa, George Amado, il grande scrittore brasiliano, commentando gli orrori che nei miei viaggi avevo raccolto sulla pelle dei bambini.
E' passato più' di un decennio da allora. George non c'è più. Ma la guerra ai bambini e' tuttora in corso, sempre più' crudele e feroce. Non so cosa direbbe oggi Amado di fronte alle terribili immagini che ci arrivano dalla Siria. Ogni maledettissimo giorno.
I bambini morti in questo inferno in terra sono decine di migliaia. Gli storpiati, ancor di più'. Milioni quelli che hanno perso ogni cosa e cui e' stato rubato il sorriso per sempre. Ai bambini siriani da cinque anni e' toccato ogni orrore. La paura, le ferite, il pianto, la perdita di persone care, la fame, l'osservare,attoniti, con quegli occhi appena aperti sul mondo, ogni barbarie, ogni distruzione, ogni violenza. Cinque anni tentando di sopravvivere, sempre in fuga. Sognando con gli occhi dei propri genitori paradisi che in questa terra non esistono. Perdendo la vita annegati nella ricerca di un'umana felicita' e salvezza. Dormendo in ogni dove, persino tra le traversine dei treni o sotto palazzi tremolanti di macerie.
In Siria un pugno di potenze mondiali e di farabutti senza scrupolo ha creato un varco verso l'inferno. L'alito che ne vien fuori e' maleodorante di odio e di morte.
E non vogliono smetterla.
Gli accordi di Monaco per una tregua non vengono rispettati. Non c'e' nessun serio tavolo di trattativa. Ai confini si schierano nuove armi e si prepara l'invasione ed un nuovo terribile bagno di sangue.
Gli ultimi attentati in Turchia spingono verso questo esito infame. Immediatamente il premier turco ha accusato i curdi di esserne gli autori. Senza prova alcuna e nonostante le smentite. Ankara ed i sauditi non vogliono la pace in Siria. Hanno scatenato questo massacro, con complicità' enormi in occidente, pensando di scalzare dal potere l'odiato Assad ed allo stato attuale hanno perso. L'intervento russo ha permesso la riconquista di zone vitali del paese da parte delle truppe di Assad. Inaccettabile per chi cercava un esito totalmente diverso. Tantomeno ha voglia di metter fine al macello lo stesso Assad che spera ancora di salvarsi. Tantomeno i russi che vogliono mantenere un ruolo di primo piano in questa area strategica del mondo.
Un mondo in cui si uccide l'innocenza ed il sorriso, in cui e' vietato ridere e giocare, in cui il canto si e' trasformato in pianto.
E' passato più' di un decennio da allora. George non c'è più. Ma la guerra ai bambini e' tuttora in corso, sempre più' crudele e feroce. Non so cosa direbbe oggi Amado di fronte alle terribili immagini che ci arrivano dalla Siria. Ogni maledettissimo giorno.
I bambini morti in questo inferno in terra sono decine di migliaia. Gli storpiati, ancor di più'. Milioni quelli che hanno perso ogni cosa e cui e' stato rubato il sorriso per sempre. Ai bambini siriani da cinque anni e' toccato ogni orrore. La paura, le ferite, il pianto, la perdita di persone care, la fame, l'osservare,attoniti, con quegli occhi appena aperti sul mondo, ogni barbarie, ogni distruzione, ogni violenza. Cinque anni tentando di sopravvivere, sempre in fuga. Sognando con gli occhi dei propri genitori paradisi che in questa terra non esistono. Perdendo la vita annegati nella ricerca di un'umana felicita' e salvezza. Dormendo in ogni dove, persino tra le traversine dei treni o sotto palazzi tremolanti di macerie.
In Siria un pugno di potenze mondiali e di farabutti senza scrupolo ha creato un varco verso l'inferno. L'alito che ne vien fuori e' maleodorante di odio e di morte.
E non vogliono smetterla.
Gli accordi di Monaco per una tregua non vengono rispettati. Non c'e' nessun serio tavolo di trattativa. Ai confini si schierano nuove armi e si prepara l'invasione ed un nuovo terribile bagno di sangue.
Gli ultimi attentati in Turchia spingono verso questo esito infame. Immediatamente il premier turco ha accusato i curdi di esserne gli autori. Senza prova alcuna e nonostante le smentite. Ankara ed i sauditi non vogliono la pace in Siria. Hanno scatenato questo massacro, con complicità' enormi in occidente, pensando di scalzare dal potere l'odiato Assad ed allo stato attuale hanno perso. L'intervento russo ha permesso la riconquista di zone vitali del paese da parte delle truppe di Assad. Inaccettabile per chi cercava un esito totalmente diverso. Tantomeno ha voglia di metter fine al macello lo stesso Assad che spera ancora di salvarsi. Tantomeno i russi che vogliono mantenere un ruolo di primo piano in questa area strategica del mondo.
Un mondo in cui si uccide l'innocenza ed il sorriso, in cui e' vietato ridere e giocare, in cui il canto si e' trasformato in pianto.
17 febbraio 2016
PIOGGIA DI MORTE SUL POVERO YEMEN (di Silvestro Montanaro)
Le bombe a grappolo, tra le tante infami diavolerie messe a punto dall'industria delle armi, sono uno dei prodotti più' terribili. Sono ordigni che contengono tanti altri ordigni più piccole ed altrettanto micidiali. Si spargono su di un'area vastissima e distruggono, storpiano, uccidono. In più', per "malfunzionamento", disseminano il territorio colpito di promesse di morte. I piccoli ordigni inesplosi, ammazzeranno chiunque, contadino, bambino curioso, passante ignaro, li tocchi.
Più' trattati ne vietano l'uso nei conflitti. Trattati evasi ad ogni stormir di fronde senza che nessuno presenti il conto e faccia giustizia di chi adopera queste armi micidiali. E chi potrebbe farlo?
Esempi di bombe a grappolo utilizzate largamente sono le statunitensi BLU-97 e Mk-118 Rockeye, la britannica BL755 (arrivata alla serie IV), la GR66 francese, la PFM1 sovietica, la AO 2,5RT sovietica, la AO1SCh sempre sovietica o la nuova MZD-2 cinese diffusissima sui terreni del Libano del Sud e confine nord di Israele. Sono i " Grandi " del mondo a produrle ed i grandi del mondo non vanno mai sotto processo.
Attualmente si fa grande uso di questo schifo in uno dei paesi più' poveri del mondo, lo Yemen. Una guerra occultata dai media, un massacro che ha pochi termini di paragone. Una coalizione di paesi arabi, guidati dall'Arabia Saudita, sostenuta dagli Stati Uniti, bombarda le città' controllate dagli houti yemeniti. Gli houti sono parte importante di quel paese, in prima linea contro Al Quaeda e la corruzione dei governi finora sostenuti da sauditi e americani. Tanta parte ella popolazione e' con loro in un moto di speranza per un futuro differente. Il problema e' che gli houti sono sciiti, vicini all'Iran e lo Yemen povero di ogni risorsa e' pero' una base importantissima di controllo delle rotte petrolifere. Sauditi ed americani non vogliono possibili interferenze iraniane. Invece di cercare una soluzione politica, si fa guerra. Migliaia di mercenari pagati dai sauditi spargono il terrore. Bombardamenti ogni giorno con infinite stragi di civili, soprattutto bambini.
Solo alcune organizzazioni umanitarie denunciano questa strage quotidiana. Tra esse Medici senza Frontiere i cui ospedali sono stati spesso oggetto di bombardamenti. Solo pochi denunciano l'uso delle bombe a grappolo. Nessuno li ascolta. Sono l'affare dei Grandi del mondo e delle loro industrie delle armi. I sauditi pagano bene. Sono "nostri amici". I bambini yemeniti hanno niente da poter offrire.
08 febbraio 2016
SILVESTRO MONTANARO: CESSATE IL FUOCO IMMEDIATO IN SIRIA!
Silvestro Montanaro ha aggiunto 17 nuove foto.
20 h ·
CESSATE IL FUOCO IMMEDIATO IN SIRIA !
La parola e' alle armi. Come sempre negli ultimi cinque anni. Il tavolo di trattativa sulla Siria è miseramente fallito prima ancora che iniziasse il benché minimo colloquio. tutto rinviato a fine mese, ma nei fatti tutto rinviato ai campi di battaglia.
I grandi attori della crisi siriana sono ancora convinti di poter strappare una vittoria definitiva per il proprio campo. Ne e' convinto Assad, il presidente siriano, che con l'aiuto dei russi sta riconquistando una posizione dopo l'altra. Ne e' convinta la Turchia di Erdogan che sembra già' pensare ad un intervento armato di terra. Ne sono convinti i sauditi che tanto hanno speso per mandare all'inferno Assad ed i suoi. Ne sono convinti americani, francesi ed inglesi, che a questa avventura sanguinosa hanno dato il via, refrattari ad una trattativa in cui il regime siriano abbia voce in capitolo.
Si scaricano le colpe sul protagonismo militare russo reso pero' possibile dall'assenza di qualsiasi prospettiva di sbocco da un massacro che va avanti da cinque maledettissimi anni. Si cercano scuse nella difficoltà' di comporre una posizione unitaria tra i vari gruppi dell'opposizione armata come se realmente avessero potere decisionale e non fossero invece marionette finanziate e addestrate dai nemici internazionali di Assad.
Intanto, un paese e' stato distrutto, un popolo martoriato e disperso. E si continua cinicamente a farlo.I profughi siriani sono milioni. Niente li terra' fermi nei campi in Libano, Turchia e Giordania. Si illude chi pensa che basti foraggiare quei campi ed evitare che li' si soffra la fame. I campi profughi sono immensi pollai che possono resistere alcuni mesi. Poi e' legittimo, se non si può' ritornare a casa propria, cercare vita e futuro altrove. Ed e' esattamente quello che e' successo e succede anche oggi. E succederà' nei prossimi mesi.
Ai siriani va offerta l'unica cosa che nessuno, ad oggi, offre. La seria prospettiva del ritorno a casa. La pace, la ricostruzione. Altrimenti verranno da noi. In ogni modo. Con tutti gli infiniti problemi che questo esodo di massa comporta.
Infami! E' l'unica parola che mi esce dal cuore osservando l'operato dei grandi attori internazionali. Hanno voluto la crisi siriana immaginando di poter fare come in Libia. Un'avventura militare di qualche mese e l'assassinio del tiranno. E poi trattare con i vincitori amici sul bottino. Hanno,invece, dato il la ad un buco nero geopolitico che ha cancellato un paese e rischia ogni giorno di far da detonatore di guai ancor, se possibile, più' grandi.
Cessate il fuoco immediato! E' l'unica cosa da fare per avviare trattative serie e rimettere in cammino la speranza. I movimenti della pace devono far sentire la loro voce. Prima che sia troppo tardi, anche se e' tardi, tardissimo, per milioni di donne e bambini innocenti sacrificati sull'altare di oleodotti e squallide logiche di potere.
La parola e' alle armi. Come sempre negli ultimi cinque anni. Il tavolo di trattativa sulla Siria è miseramente fallito prima ancora che iniziasse il benché minimo colloquio. tutto rinviato a fine mese, ma nei fatti tutto rinviato ai campi di battaglia.
I grandi attori della crisi siriana sono ancora convinti di poter strappare una vittoria definitiva per il proprio campo. Ne e' convinto Assad, il presidente siriano, che con l'aiuto dei russi sta riconquistando una posizione dopo l'altra. Ne e' convinta la Turchia di Erdogan che sembra già' pensare ad un intervento armato di terra. Ne sono convinti i sauditi che tanto hanno speso per mandare all'inferno Assad ed i suoi. Ne sono convinti americani, francesi ed inglesi, che a questa avventura sanguinosa hanno dato il via, refrattari ad una trattativa in cui il regime siriano abbia voce in capitolo.
Si scaricano le colpe sul protagonismo militare russo reso pero' possibile dall'assenza di qualsiasi prospettiva di sbocco da un massacro che va avanti da cinque maledettissimi anni. Si cercano scuse nella difficoltà' di comporre una posizione unitaria tra i vari gruppi dell'opposizione armata come se realmente avessero potere decisionale e non fossero invece marionette finanziate e addestrate dai nemici internazionali di Assad.
Intanto, un paese e' stato distrutto, un popolo martoriato e disperso. E si continua cinicamente a farlo.I profughi siriani sono milioni. Niente li terra' fermi nei campi in Libano, Turchia e Giordania. Si illude chi pensa che basti foraggiare quei campi ed evitare che li' si soffra la fame. I campi profughi sono immensi pollai che possono resistere alcuni mesi. Poi e' legittimo, se non si può' ritornare a casa propria, cercare vita e futuro altrove. Ed e' esattamente quello che e' successo e succede anche oggi. E succederà' nei prossimi mesi.
Ai siriani va offerta l'unica cosa che nessuno, ad oggi, offre. La seria prospettiva del ritorno a casa. La pace, la ricostruzione. Altrimenti verranno da noi. In ogni modo. Con tutti gli infiniti problemi che questo esodo di massa comporta.
Infami! E' l'unica parola che mi esce dal cuore osservando l'operato dei grandi attori internazionali. Hanno voluto la crisi siriana immaginando di poter fare come in Libia. Un'avventura militare di qualche mese e l'assassinio del tiranno. E poi trattare con i vincitori amici sul bottino. Hanno,invece, dato il la ad un buco nero geopolitico che ha cancellato un paese e rischia ogni giorno di far da detonatore di guai ancor, se possibile, più' grandi.
Cessate il fuoco immediato! E' l'unica cosa da fare per avviare trattative serie e rimettere in cammino la speranza. I movimenti della pace devono far sentire la loro voce. Prima che sia troppo tardi, anche se e' tardi, tardissimo, per milioni di donne e bambini innocenti sacrificati sull'altare di oleodotti e squallide logiche di potere.
27 novembre 2015
SILVESTRO MONTANARO: LA LENTA MORTE DEGLI INDIGENI GUARANI
LA LENTA MORTE DEGLI INDIGENI GUARANI
La denuncia arriva da un gruppo di missionari che vivono con loro nel cuore dell’Amazzonia brasiliana. Meglio ancora, di cio’ che ne resta.Un genocidio silenzioso, lento ma implacabile, sta facendo strage dei popoli indigeni Guarani Kaiowà. L’espansione selvaggia delle piantagioni di canna da zucchero, destinate soprattutto alla produzione di alcol combustibile, e’ triplicata negli ultimi anni in Mato Grosso do Sul, nel centro-ovest del Brasile. Un’enorme fetta di foresta e’ andata persa e con essa e’ messa in discussione l’esistenza delle grandi comunita’ indigene che la popolavano. Queste terre dovevano essere riconosciute proprieta’ dei Guarani. Lo prevedeva la Costituzione brasiliana. Ma un’incredibile burocrazia e la pressione dei produttori, il loro lobbismo, hanno di fatto bloccato questo processo. Allo stesso temp, in un clima di violenza crescente, una gran quantita’ di terre e’ stata strappata agli indigeni, li si e’ costretti a fuggire dai luoghi natii, li si e’ trasformati in manodopera a basso costo per le piantagioni e molte, troppe, volte li si e’ utilizzati in forme di autentica schiavitu’. “La situazione e’ gravissima” spiegano i missionari- “Negli ultimi 12 anni 687 indigeni si sono suicidati, soprattutto giovani che avevano perso in un colpo solo il loro mondo e la speranza. Altri 390 sono stati assassinati. Negli ultimi due mesi i Guarani- Kaiowá hanno sofferto almeno 15 attacchi da parte di paramilitari, di milizie formate dai ‘fazendeiros’ e dai loro sicari”.Gli attacchi più recenti hanno portato alla morte di un leader indigeno, Simeão Vilhalva, e sono sfociati in casi di tortura, in numerosi stupri e nel ferimento di bambini e anziani. Uno scenario allarmante tanto che l’Associazione brasiliana di antropologia (Aba) non ha esitato a parlare di “genocidio” in corso per i Guarani-Kaiowá.
05 aprile 2015
AIUTIAMO SILVESTRO MONTANARO A RIACCENDERE "C'ERA UNA VOLTA"!
RICEVO E GIRO CON GRANDE PIACERE IL MESSAGGIO DI UN GIORNALISTA STRAORDINARIO.
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Caro Paolo, AIUTAMI A RIACCENDERE C'ERA UNA VOLTA
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Caro Paolo, AIUTAMI A RIACCENDERE C'ERA UNA VOLTA
L'idea e' vostra, di tanti di voi che in questi mesi più' volte,dopo la rottura con la Rai, mi hanno sollecitato a metter su una raccolta fondi che permetta la realizzazione di nuove mie inchieste.
Ci ho pensato a lungo, ho cercato soluzioni alternative, ma alla fine mi sono rassegnato al dovervi dare, nei limiti del vostro possibile e in un momentaccio come questo, un periodico fastidio. Si, ho bisogno del vostro aiuto per continuare a raccontare crudamente ed onestamente cosa accade in giro per il mondo e quanto questo possa e debba riguardarci tutti.
Con tutti voi prendo l'impegno di mettercela tutta. E' un impegno che sento da sempre e che mai come ora mi tocca nel profondo.
Raccontare, per me, e' quasi una malattia….certamente lo scopo della vita….E essere umilmente voce di problemi ed esseri umani volutamente nascosti e' una responsabilità' cui non riesco a fare a meno.
Cosa succede alla gente di Haiti, ormai dimenticata ed abbandonata al suo destino dopo tante ed altisonanti promesse all'indomani del terribile sisma che sconvolse anni fa quella straordinaria isola;
In Sierra Leone l'epidemia di Ebola sembra essere risolta. Ma perché' Ebola ha potuto mietere migliaia di vittime in quel paese? Sono tutte note le ragioni di tanto orrore?
In Cambogia e Bangladesh si e' concentrata la gran parte della manifattura tessile mondiale. Tutti i grandi marchi della moda operano e fanno profitto da quelle parti grazie a condizioni salariali terribili, meno di 100 dollari al mese. Decine e decine di lavoratori e sindacalisti vengono assassinati solo perché' chiedono salari e condizioni di lavoro appena migliori.
Il Burkina Faso di Thomas Sankara si e' liberato del suo tiranno. La libertà' di questo paese e' pero' ancora tutta in gioco. Francia e Stati Uniti hanno interessi strategici in questo paese e non intendono perderli. Quali sono questi interessi?
L'embargo contro Cuba sembra vivere i suoi ultimi giorni. Cosa resta dell'esperienza cubana e come vive questi cambiamenti la sua gente?
Sono solo alcuni titoli delle inchieste che vorrei fare…per voi e con voi. Temi e paesi apparentemente lontani da noi, solo apparentemente. Un esempio? Il nostro tessile e' stato distrutto per essere trasferito in gran parte nel sudest asiatico. Perdita del lavoro per migliaia di famiglie italiane, nuove schiavitù' in Indocina...
Coinvolgete quanti più' amici vi e' possibile.
Riaccendete,riaccendiamo C'era una volta ed il racconto critico della realtà'.
L'immagine di questa singolare campagna e' di uno dei miei migliori amici, Carlinho Utopia.
Il conto corrente POSTALE lo mette a disposizione L'Africa chiama, una organizzazione non governativa fatta di gente straordinariamente in gamba e onesta che si occuperà' anche di rendere trasparente la contabilità' dell'intera operazione.
Il conto corrente postale e' : 1024834333 intestato a L'AFRICA CHIAMA ONG .
Per chi volesse risparmiarsi la fila alle Poste, il versamento può' essere fatto online : IBAN IT 15 L 07601133 0000 1024834333 L'AFRICA CHIAMA ONG .
In ogni caso, comunque vada…grazie a tutti voi.
Per dirlo a modo mio, ho rivisitato e messo a punto uno dei miei lavori, uno di quelli a me più' cari, " La mia famiglia".
https://www.youtube.com/watch?v=Rnw5DAUal_8
Ci ho pensato a lungo, ho cercato soluzioni alternative, ma alla fine mi sono rassegnato al dovervi dare, nei limiti del vostro possibile e in un momentaccio come questo, un periodico fastidio. Si, ho bisogno del vostro aiuto per continuare a raccontare crudamente ed onestamente cosa accade in giro per il mondo e quanto questo possa e debba riguardarci tutti.
Con tutti voi prendo l'impegno di mettercela tutta. E' un impegno che sento da sempre e che mai come ora mi tocca nel profondo.
Raccontare, per me, e' quasi una malattia….certamente lo scopo della vita….E essere umilmente voce di problemi ed esseri umani volutamente nascosti e' una responsabilità' cui non riesco a fare a meno.
Cosa succede alla gente di Haiti, ormai dimenticata ed abbandonata al suo destino dopo tante ed altisonanti promesse all'indomani del terribile sisma che sconvolse anni fa quella straordinaria isola;
In Sierra Leone l'epidemia di Ebola sembra essere risolta. Ma perché' Ebola ha potuto mietere migliaia di vittime in quel paese? Sono tutte note le ragioni di tanto orrore?
In Cambogia e Bangladesh si e' concentrata la gran parte della manifattura tessile mondiale. Tutti i grandi marchi della moda operano e fanno profitto da quelle parti grazie a condizioni salariali terribili, meno di 100 dollari al mese. Decine e decine di lavoratori e sindacalisti vengono assassinati solo perché' chiedono salari e condizioni di lavoro appena migliori.
Il Burkina Faso di Thomas Sankara si e' liberato del suo tiranno. La libertà' di questo paese e' pero' ancora tutta in gioco. Francia e Stati Uniti hanno interessi strategici in questo paese e non intendono perderli. Quali sono questi interessi?
L'embargo contro Cuba sembra vivere i suoi ultimi giorni. Cosa resta dell'esperienza cubana e come vive questi cambiamenti la sua gente?
Sono solo alcuni titoli delle inchieste che vorrei fare…per voi e con voi. Temi e paesi apparentemente lontani da noi, solo apparentemente. Un esempio? Il nostro tessile e' stato distrutto per essere trasferito in gran parte nel sudest asiatico. Perdita del lavoro per migliaia di famiglie italiane, nuove schiavitù' in Indocina...
Coinvolgete quanti più' amici vi e' possibile.
Riaccendete,riaccendiamo C'era una volta ed il racconto critico della realtà'.
L'immagine di questa singolare campagna e' di uno dei miei migliori amici, Carlinho Utopia.
Il conto corrente POSTALE lo mette a disposizione L'Africa chiama, una organizzazione non governativa fatta di gente straordinariamente in gamba e onesta che si occuperà' anche di rendere trasparente la contabilità' dell'intera operazione.
Il conto corrente postale e' : 1024834333 intestato a L'AFRICA CHIAMA ONG .
Per chi volesse risparmiarsi la fila alle Poste, il versamento può' essere fatto online : IBAN IT 15 L 07601133 0000 1024834333 L'AFRICA CHIAMA ONG .
In ogni caso, comunque vada…grazie a tutti voi.
Per dirlo a modo mio, ho rivisitato e messo a punto uno dei miei lavori, uno di quelli a me più' cari, " La mia famiglia".
https://www.youtube.com/watch?v=Rnw5DAUal_8
www.youtube.com
GRAZIE A TUTTI
GRAZIE A TUTTI
14 marzo 2014
ORRORE IN SUD SUDAN

I "NOSTRI" AMICI ASSASSINI
In Sud Sudan si sta facendo uso di micidiali bombe a grappolo mietendo stragi infinite tra la popolazione delle aree ribellatesi al governo centrale. Ed altre se ne annunciano visto che queste bombe, come le mine antiuomo, assassinano e macellano esseri umani anche a distanza di tempo. Ad usare le cluster bombs, vietate da piu' trattati internazionali, sarebbe l'aviazione ugandese. Il presidente Museweni e' molto amico del presidente del Sud Sudan e cosi' gli da una mano a vincere la guerra che ha gia' dissolto la piu' giovane tra le nazioni mondiali. Un'amicizia fondata sui proventi dei giacimenti petroliferi che abbondano in Sud Sudan e sui tanti denari rubati dalle casse statali e investiti in Uganda dal leader sudanese e dai suoi famigli . Un'amicizia interessata,insomma, come tante nelle geopolitiche corrotte di questo millennio.
Nessuno ne parla. Nessuno racconta gli orrori in corso. Nessuno chiede come sia possibile l'uso di quelle micidiali bombe. Se vengono usate, qualcuno le produce. Chi? Nessuno narra l'assurdita' di trattative di pace violate sistematicamente dall'esercito sudanese e dai suoi alleati ugandesi. Nessuno denuncia l'assurda beffa di forze di mediazione e pace che vedrebbero l'Uganda, parte interessata nel conflitto, farla da protagonista.
Non c'e' traccia di denuncia per crimini contro l'umanita' ai danni di Museweni per l'uso delle bombe a grappolo. E non c'e' traccia di denuncia per genocidio nei confronti di Kir, il presidente sudsudanese, che sta facendo scempio di una delle maggiori etnie del paese, i nuer.
Museweni e Kir sono "amici degli amici", e' l'Occidente ad averli voluti al potere come guardiani del "suo" petrolio, e godono cosi' di impunita' di fatto.
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