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06 marzo 2019
03 marzo 2017
27 aprile 2016
08 aprile 2016
15 marzo 2016
28 febbraio 2016
10 febbraio 2016
07 febbraio 2016
EGITTO, GIULIO REGENI: DICHIARAZIONE DI AMNESTY INTERNATIONAL ITALIA
A seguito della notizia del ritrovamento, al Cairo, del corpo del ricercatore italiano Giulio Regeni con segni di tortura, il direttore generale di Amnesty International Italia Gianni Rufini ha rilasciato la seguente dichiarazione: "Amnesty International Italia esprime profonda solidarietà ai familiari di Giulio Regeni. La Farnesina deve sollecitare il governo egiziano a chiarire al più presto le modalità di questo drammatico episodio. Ci aspettiamo da parte delle autorità egiziane un'inchiesta approfondita, rapida e indipendente. La tortura in Egitto è un fatto comune e ordinario e Regini era scomparso in un giorno di particolare tensione, il 25 gennaio, quinto anniversario della caduta di Hosni Mubarak.”
Roma, 4 febbraio 2016
Roma, 4 febbraio 2016
05 febbraio 2016
I desaparecidos del Cairo
Giulio Regeni e gli altri: come giornalisti e attivisti vivono al tempo del regime di Al Sisi, in Egitto. Il Paese vive sotto la continua minaccia della repressione. Torture, arresti, esecuzioni sommarie: il tutto in centri di detenzione segreti, denunciati - senza che nessuno le ascoltasse - dalle ong internazionali come Human Rights Watch.
L'articolo di Michela Sechi
da Radiopopoare: I desaparecidos del Cairo
04 febbraio 2016
11 dicembre 2015
EFFETTI DELLA POVERTA' (IN EGITTO E IN ITALIA)
Da una decina d'anni esiste in Egitto un vero e proprio mercato dei "matrimoni": ricchi arabi dei paesi del Golfo...
Posted by Tahar Lamri on Venerdì 11 dicembre 2015
24 marzo 2014
EGITTO: OLTRE 500 CONDANNE A MORTE, PER AMNESTY INTERNATIONAL UNA SENTENZA “GROTTESCA”
COMUNICATO STAMPA
CS038-2014
EGITTO: OLTRE 500 CONDANNE A MORTE, PER AMNESTY INTERNATIONAL UNA SENTENZA “GROTTESCA”
Le condanne a morte di massa emesse il 24 marzo 2014 dal tribunale di Minya sono, secondo Amnesty International, un grottesco esempio delle carenze e della natura selettiva del sistema giudiziario egiziano.
I 529 imputati, sostenitori di Mohamed Morsi, sono stati condannati a morte per il loro presunto ruolo nelle violenze seguite alla deposizione dell’ex presidente nel luglio 2013.
“E’ un’enorme ingiustizia. Le condanne a morte devono essere annullate. Emettere cosi’ tante condanne a morte in un singolo processo fa si’ che l’Egitto abbia superato la maggior parte dei paesi per numero di condanne inflitte in un anno” – ha dichiarato Hassiba Hadj Sahraoui, vicedirettrice del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International. “Si tratta del piu’ alto numero di condanne a morte emesse simultaneamente negli ultimi anni, non solo in Egitto ma a livello mondiale”.
“I tribunali egiziani sono solleciti nel punire i sostenitori di Morsi ma ignorano le gravi violazioni dei diritti umani commesse dalle forze di sicurezza. Mentre migliaia di simpatizzanti dell’ex presidente languono in prigione, non vi sono state indagini adeguate sulla morte di centinaia di manifestanti. Un solo agente di polizia rischia il carcere, accusato della morte di 37 detenuti” – ha aggiunto Sahraoui.
“Senza un processo indipendente e imparziale che assicuri verita’ e giustizia per tutti, molti si chiederanno se il sistema giudiziario egiziano abbia qualcosa a che fare con la giustizia. In ogni caso, il ricorso alla pena di morte e’ di per se’ ingiusto e le autorita’ egiziane dovrebbero introdurre una moratoria sulle esecuzioni, in vista dell’abolizione della pena capitale” – ha commentato Sahraoui.
Nonostante le ripetute richieste, anno dopo anno, di Amnesty International, le autorita’ egiziane non rendono noti i dati sulle condanne a morte e sulle esecuzioni. L’organizzazione per i diritti umani ha appreso che nel 2013 i tribunali egiziani hanno emesso almeno 109 condanne a morte, rispetto alle almeno 91 del 2012 e alle almeno 123 nel 2011. L’ultima esecuzione di cui Amnesty International e’ a conoscenza ha avuto luogo nell’ottobre 2011, quando un uomo e’ stato impiccato per l’uccisione di sei copti e di un poliziotto nel corso di una sparatoria avvenuta nel gennaio 2010.
FINE DEL COMUNICATO
Roma, 24 marzo 2014
Per interviste:
Amnesty International Italia – Ufficio Stampa
Tel. 06 4490224 – cell. 348 6974361, e-mail: press@amnesty.it
CS038-2014
EGITTO: OLTRE 500 CONDANNE A MORTE, PER AMNESTY INTERNATIONAL UNA SENTENZA “GROTTESCA”
Le condanne a morte di massa emesse il 24 marzo 2014 dal tribunale di Minya sono, secondo Amnesty International, un grottesco esempio delle carenze e della natura selettiva del sistema giudiziario egiziano.
I 529 imputati, sostenitori di Mohamed Morsi, sono stati condannati a morte per il loro presunto ruolo nelle violenze seguite alla deposizione dell’ex presidente nel luglio 2013.
“E’ un’enorme ingiustizia. Le condanne a morte devono essere annullate. Emettere cosi’ tante condanne a morte in un singolo processo fa si’ che l’Egitto abbia superato la maggior parte dei paesi per numero di condanne inflitte in un anno” – ha dichiarato Hassiba Hadj Sahraoui, vicedirettrice del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International. “Si tratta del piu’ alto numero di condanne a morte emesse simultaneamente negli ultimi anni, non solo in Egitto ma a livello mondiale”.
“I tribunali egiziani sono solleciti nel punire i sostenitori di Morsi ma ignorano le gravi violazioni dei diritti umani commesse dalle forze di sicurezza. Mentre migliaia di simpatizzanti dell’ex presidente languono in prigione, non vi sono state indagini adeguate sulla morte di centinaia di manifestanti. Un solo agente di polizia rischia il carcere, accusato della morte di 37 detenuti” – ha aggiunto Sahraoui.
“Senza un processo indipendente e imparziale che assicuri verita’ e giustizia per tutti, molti si chiederanno se il sistema giudiziario egiziano abbia qualcosa a che fare con la giustizia. In ogni caso, il ricorso alla pena di morte e’ di per se’ ingiusto e le autorita’ egiziane dovrebbero introdurre una moratoria sulle esecuzioni, in vista dell’abolizione della pena capitale” – ha commentato Sahraoui.
Nonostante le ripetute richieste, anno dopo anno, di Amnesty International, le autorita’ egiziane non rendono noti i dati sulle condanne a morte e sulle esecuzioni. L’organizzazione per i diritti umani ha appreso che nel 2013 i tribunali egiziani hanno emesso almeno 109 condanne a morte, rispetto alle almeno 91 del 2012 e alle almeno 123 nel 2011. L’ultima esecuzione di cui Amnesty International e’ a conoscenza ha avuto luogo nell’ottobre 2011, quando un uomo e’ stato impiccato per l’uccisione di sei copti e di un poliziotto nel corso di una sparatoria avvenuta nel gennaio 2010.
FINE DEL COMUNICATO
Roma, 24 marzo 2014
Per interviste:
Amnesty International Italia – Ufficio Stampa
Tel. 06 4490224 – cell. 348 6974361, e-mail: press@amnesty.it
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