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domenica 12 gennaio 2020

15/1/2020 ORE 21 - AL CENTRO CIVICO DI SANT'ALBINO : INCONTRO PREPARATORIO PER LA RAPPRESENTAZIONE D CARNEVALE






PER IL PROSSIMO CARNEVALE SIAMO INVITATI A COSTRUIRE TUTTI ASSIEME UNA RAPPRESENTAZIONE TEATRALE DI COMUNITA'





Per parlarne Vi invitiamo alla Consulta di quartiere Sant'Albino di mercoledì 15/1/2020 ore 21- c/o Centro civico di Via Mameli

Lorena Cantarelli è "capitata" a Sant'Albino con l'idea di avviare un corso di teatro fondato su raccolta di memorie e spirito di comunità. Nonostante le difficoltà ha deciso di "adottarci" e di regalarci una proposta di teatro di comunità che avrà coronamento nella sfilata di Carnevale del 21/2/2020. Una proposta ambiziosa cui dovremo dare una risposta importante di impegno e partecipazione. Qualcosa  che possa riportare in vita le lontane esperienze del teatro filodrammatici parrocchiale e recuperare l'eredità del Palio. Una scintilla per riaccendere a Sant'Albino il falò di una vita comunitaria attorno al quale riconoscersi e contrastare l'individualismo e il senso di solitudine e abbandono delle nostre periferie. 

L'appello all'impegno si rivolge a tutti ma in particolare alle agenzie educative, alle scuole, alla Parrocchia e all'Oratorio, alla Consulta e ai membri del Comitato di quartiere e a quanti hanno abilità attoriali, musicali, artigianali da mettere in campo. Con la promessa di replicare presto il tutto anche a San Damiano.

Cercheremo di contattare personalmente tutti i possibili collaboratori. Chi si sentisse motivato lasci recapito al Centro civico o alla mail : cqsantalbino@yahoo.it.





Per capirne di più ecco le indicazioni suggerite da Lorena. Ovviamente tutto il materiale riportato sotto è di sua proprietà intellettuale e non può essere utilizzato senza il suo assenso.


Ruoli per l’evento "Bosinada in quartine di ottonari in lode di Sant’Antonio Abate"

Bosìn
Fantoccio raffigurante Sant’Antonio Abate (attore mimo)
Attore che presta la voce a Sant’Antonio Abate nel contrasto finale con Lucifero
4 o più Cantanti/Eremiti per coro di strada
Suonatore di fisarmonica
Suonatore di chitarra
Suonatore di armonica a bocca
Suonatore di percussioni
Un gruppetto di ragazzi muniti di coperchi, oggetti sonori (raganelle, bastoni) che useranno durante la scena finale dell’inseguimento del maialino
Maschera del maiale
Fantoccio di Paolo di Tebe (attore mimo)
Fantoccio raffigurante Lucifero (attore mimo)
Attore che presta la voce a Lucifero nel contrasto finale con Sant’Antonio Abate
Fantoccio raffigurante la moglie di Lucifero (attore mimo)
Attrice che presta la voce alla moglie di Lucifero nel contrasto finale con Sant’Antonio Abate
3 Attori con maschera demoniaca nel ruolo dei diavoli nell’inseguimento del maialino dentro l’inferno
Un gruppetto di bambini con indumenti di colore rosso/nero, con maschera diabolica che si accodano ai tre attori diavoli impegnati a inseguire il maialino dentro l’inferno

Occorrono, poi, persone che preparano le bevande calde (brulè, tè) e i tortelli di Sant’Antonio da offrire al termine della bosinada.


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L’evento "Bosinada in quartine di ottonari in lode di Sant’Antonio Abate"

Immagino per la sera del 21 febbraio 2020 una processione di tipo drammatico, che prevede, cioè, momenti di azione teatrale in punti precisi del percorso, che si svolge a tappe.

Una processione di tipo circolare, che non figuri come una semplice passeggiata, ma contenga gli stessi aspetti delle processioni antiche, rappresenti la trama ideale del rito tradizionale, solleciti, risvegli la partecipazione della gente al rito/dramma, la faccia sentire parte integrante della rappresentazione. Una processione che si presenterà  anche come parata con grandi fantocci che raffigurano Sant’Antonio, il demonio e altre maschere diaboliche, con un coro di eremiti che con il loro canto di strada commentano le vicende narrate da un bosìn cantastorie.
Sarà, quindi, una festa che unirà parti narrative di collegamento, con la figura di un bosìn che trae ispirazione dalla biografia del santo, dalla ricerca sulla figura venerata e mette in rilievo i legami tra tradizione cristiana e culti precristiani di origine celtica con parti corali cantate, commentate dalla musica dal vivo (chitarra, fisarmonica, percussioni). E poiché nel teatro popolare medievale lo spirito autenticamente celebrativo si accompagnava sempre a quello giocoso, l’ultima stazione della processione prevede il combattimento tra Sant’Antonio e il demonio.
Immagino i bambini/ragazzi delle scuole impegnati nella realizzazione dei grandi fantocci e nello studio della tradizione legata al santo, delle sue radici storico-culturali.
Immagino anche i ragazzi più grandi coinvolti nella rappresentazione come attori-cantanti.
Queste sono le tappe della processione circolare:
Cascina Bastoni  via Mameli
Svolta in via Marco d’Agrate
Cascina curt di Bagiot Osteria L’Isola via Sant’Albino n° 59
Svolta in via Francesco Ferrucci
Svolta in via Alberto da Giussano
Cascina Pirolina via Alberto da Giussano (o Cascina Bramati)
Si riprende via Marco d’Agrate
Parcheggio in via Marco d’Agrate
Piazza Pertini o Piazza del Sole con proiezione sulla scultura che raffigura il sole l’immagine di un fuoco acceso che le si sovrappone.
La festa termina con bevande di conforto, thè e vin brulè e tortelli di Sant’Antonio. L’evento potrebbe inserirsi in un progetto sulla memoria del territorio che ha come finalità generale la valorizzazione del patrimonio identitario, il risveglio culturale e sociale del quartiere di Sant’Albino/ San Damiano che si raduna nei suoi luoghi simbolici.

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BOSINADA IN QUARTINE DI OTTONARI IN LODE DI SANT’ANTONIO ABATE


Prima stazione Nella corte della Cascina Bastoni
Il Bosìn, da una ringhiera, si rivolge alla gente che partecipa all’evento.
                                                        BOSÌN   
Buonasera buona gente                                                                                           
radunata qui in corte.
Dedicata è alla contrada
questa sacra bosinada.

Son Bosìn de la Brianza
e vi parlo dal balcone.
Buona gente, presta ascolto
a chi ha da dire molto.

Questa notte di gennaio
si festeggia Sant’Antonio,
Sant’Antonio del porcello
che suonava il campanello.

È Antonio l’eremita
venerato in tutto il mondo.
Col baston del pellegrino
è arrivato in Sant’Albino.   Sbuca da dietro l’angolo ed entra in corte Sant’Antonio con il bastone.

Da agiati agricoltori
in un borgo dell’Egitto
ricco e nobile era nato
Sant’Antonio venerato.

Quella vita troppo agiata
lo annoiava da morire,
finché non aprì il Vangelo
e dagli occhi cadde il velo.

“Vendi tutto quel che hai,
dallo ai tanti poverelli
se vuoi essere perfetto”.
Così Cristo un giorno ha detto.

Morti entrambi i genitori
lui rinuncia al patrimonio
e convince la sorella
a votarsi monachella.

Nel deserto di Tebaide
il ventenne Antonio Abate
stabilisce la dimora
e le vanità ignora.  Il Bosìn scende in mezzo alla gente.

Vive solo di preghiera,
la sua fama si diffonde.
Van da lui frotte di gente
come lui di cuore ardente.  Entrano in scena gli eremiti che canteranno il canto di strada.
                                            Parte la processione che si dirige in via Marco d’Agrate.     




Ripudiando il vecchio mondo   
vanno dietro al buon abate,
ne diventano seguaci.
Non più vin, donne procaci,

ma una vita solitaria
di digiun, meditazione,
consumati fino all’osso
sulle rive del Mar Rosso.

                                       CANTO DI STRADA DEGLI EREMITI

Santa notte a voi signori
che di casa siete fuori
che vi siete fatti avanti.
Santa notte a tutti quanti.

Santa notte di gennaio
poca paglia nel pagliaio
poco fieno nel fienile
Sant’Antonio è qui in cortile.

Tra i buoi e le cavalle
il maiale e le galline
Sant’Antonio ci procaccia
grazie tante e i guai discaccia.



Era lui di fresca vita
quando si facea romita
quando andava nel deserto
di cilicio ricoperto.

Di cilicio era coperto
per restare in penitenza.
D’erba cruda si cibava
di continuo digiunava.

Nel deserto dell’Egitto
noi romiti mendicanti
noi veniam con sacri canti
un gran santo a celebrar.


Seconda  stazione Nella Curt di Biagiòt in via Sant’Albino 59
Riprende il Bosìn a narrare da un punto alto.
                                                       BOSIN
Son Bosìn, non son mendace.
Il discepolo Atanasio
l’ha vergato in pergamena:
fu la sua una vita piena.

Muore a centocinque anni,
diciassette di gennaio,
il Beato Antonio Abate.
Non di oro il patrimonio,

ma di detti, di consigli
di parole incoraggianti
per cristiani desolati
dal poter perseguitati.

Atanasio scrive ancora
che un giorno Sant’Antonio
vede Paolo l’Eremita
ed a pranzo lo invita.

Ma che pranzo può servire
chi va in giro col cilicio,
bruca le radici amare,
sempre pronto a digiunare?

Ma un corvo vien dal cielo
con un bianco pan nel becco
e ristora i due romiti
dal miracol sbalorditi.

Paolo era vecchio e stanco
e malato oltre misura.
Sant’Antonio lo conforta
l’olio santo alfin gli porta.

Pellegrini e bisognosi     La processione riparte, diretta in via Alberto da Giussano.
accorrevano alla grotta,
l’ideale residenza
dove fare penitenza.
Nuovo apostolo di Cristo
Sant’Antonio ricevette
il potere di guarire
piaghe e morbi a non finire.

                                 CANTO DI STRADA DEGLI EREMITI

Il discepolo Atanasio
su una carta pergamena
raccontò la lunga vita
di Antonio l’eremita.

Regalava i suoi consigli
e la santa protezione.
Col bastone benediva
ogni creatura viva.

Una volta nel deserto
incontrò Paolo di Tebe
eremita vecchierello,
Sant’Antonio giovincello.

Apparecchia Sant’Antonio
per sfamare quel vegliardo,
ma la tavola è sguarnita
del perfetto eremita.



Ecco che dal cielo un corvo
porta un pane in mezzo al becco.
Benedetto è l’animale
come manna celestiale.

Ed a Paolo diede pure
poche gocce d’olio santo.
Sant’Antonio con premura
gli ha dato sepoltura.

E bussavano alla grotta
i malati d’ogni sorta.
Sant’Antonio li guarisce,
la salute gli fornisce.


Terza  stazione Nella Cascina Bramati o Pirolina
Riprende il Bosìn a narrare da un punto alto.
                                                       BOSIN
Riverita buona gente
dal Bosìn qui radunata,
segui il filo del mio detto
su quest’uomo benedetto.

Guaritore Sant’Antonio
e stimato esorcista
manda via purificati
più di mille indemoniati.

Ma lui stesso fu tentato
e più volte dal demonio
che lo percuoteva forte
pressappoco fino a morte.

Tentazioni tormentose
assalivano l’abate.
Belzebù prende sembianza
di una donna in una stanza.

Dalla trappola carnale
l’eremita si sottrae
e con sforzo straordinario
si difende col rosario.

Il demonio contrattacca
con lusinghe di guadagno,
ma il romito non si abbatte
e la tentazion combatte.

Sempre attento sta in ascolto.
Se la voce del demonio
nelle orecchie gli rimbomba,
si rifugia in una tomba.

Lega in cima al suo bastone  All’apparizione del maialino, la processione riprende.
un sonoro campanello.
Gli è compagno un porcellino
che rallegra il suo cammino.
                                 CANTO DI STRADA DEGLI EREMITI
Da Antonio guaritore
portan pur gli indemoniati.
Lui gli spezza le catene
e il demonio in scacco tiene.

Il demonio screanzato
lo tentava notte e giorno.
Belle donne gli portava
col rosario le scacciava.

Il demonio a tradimento
gli portava chili d’oro.
Sant’Antonio li disprezza
e si barrica in fortezza.

Poi incontra un maialino
e al bastone da passeggio
ha legato un campanello
e va in giro col porcello.

Quarta  stazione Nel parcheggio in via Marco d’Agrate
Riprende il Bosìn a narrare da un punto alto.
                                                       BOSIN
Il bosìn è qui da voi
a parlar di Sant’Antonio,
lottatore senza sosta
contro chi gli fa la posta.

Il demonio dispettoso
gli saliva sulle spalle
e gridava “Antonio, corri,
a scalare quelle torri!”

Sant’Antonio Abate va
col demonio sulla groppa
e dall’alto di un torrione
lo spedisce in un burrone.


Quinta  stazione  Nella piazza “Sandro Pertini” o Piazza del Sole
Riprende il Bosìn a narrare sopra il gradino circolare all’interno della piazza, che delimita l’area con la scultura raffigurante il sole mentre il pubblico si siede tutt’intorno sul gradino circolare esterno.
                                                       BOSIN
Ma l’impresa più grandiosa
che andremo a raccontare
fu la volta che Antonio
andò a casa del demonio.

C’è chi dice che l’ha fatto
per salvar dei peccatori
e gabbare da birbone
Satanasso col forcone.

Brava gente a voi la scelta
di pensare all’episodio
come a una bella fola
o di credermi in parola.
Sta di fatto che la Terra
era fredda come il ghiaccio.
Fuoco ardente all’uom serviva
per scaldar con fiamma viva.

Così Antonio va davanti
alla porta dell’inferno
e trovandola socchiusa,
entra senza chieder scusa.

                       INIZIA IL COMBATTIMENTO TRA SANT’ANTONIO E IL DEMONIO

IL DEMONIO: Chi ha violato questo accesso
                        senza chiedere permesso?

GLI ALTRI DIAVOLI (rivolti a Lucifero): Belzebù, non lo sappiamo
                                                                  finché non l’avviciniamo.

IL DEMONIO (rivolto agli altri diavoli): E allor che aspettate?
                                                                 L’insolente a me portate!

GLI ALTRI DIAVOLI (rivolti a Sant’Antonio): Qui Lucifero comanda
                                                                           e noi siamo la sua banda.
Lo catturano e lo trascinano da Lucifero.

IL DEMONIO (rivolto a Sant’Antonio): Vecchio monaco di Dio,
                                                                tu lo sai chi sono io?


SANT’ANTONIO (rivolto a Lucifero): Sei quel mostro scellerato
                                                             che dal cielo fu scacciato.
Compare il maialino, che è entrato nell’inferno, mettendo in allarme i diavoli.
GLI ALTRI DIAVOLI (rivolti a Lucifero): Anche il porco che lo scorta
                                                                   ha infilato la tua porta!

 IL DEMONIO (rivolto agli altri diavoli): Conducete al mio cospetto
                                                                   quel compare maledetto.
                                                                   
                                                                   Cuocerà dentro alla brace
                                                                   con l’abate troppo audace.
I diavoli rincorrono il maialino attorno alla scultura del sole facendo un grande strepito con i bastoni.
                          
GLI ALTRI DIAVOLI (rivolti a Lucifero): L’imprendibile maiale
                                                                   sale e scende le tue scale!
                                                                  
                                                                   Or si è chiuso giù in cantina.
                                                                   Chissà quanti guai combina!

IL DEMONIO (rivolto agli altri diavoli): Si berrà quel maialino
                                                                 le bottiglie del mio vino!
                      (rivolto a Sant’Antonio):  Certo è il tuo braccio destro
                                                                 e tu sei il suo maestro.

SANT’ANTONIO (rivolto a Lucifero): Il maestro è il Signore
                                                              che soccorre a tutte l’ore.

I diavoli passano davanti al demonio.

GLI ALTRI DIAVOLI (rivolti a Lucifero): Or non è più giù da basso,
                                                                   ma in cucina a far fracasso!
                                                                   
                                                                   Tra i fornelli corre e salta
                                                                   piatti e pentole ribalta.
Il fracasso aumenta, con fragore di coperchi sbattuti.

IL DEMONIO (correndo dietro agli altri diavoli): Sta gettando lo scompiglio.
                                                                                 Fate largo che lo piglio!

Il fracasso prosegue.

SANT’ANTONIO (incitando il maialino): Fai stancare buon maiale
                                                                    quell’esercito infernale!

                                                                     E di lui prenditi giuoco
                                                                     mentre io catturo il fuoco.

                                                                     Ora infilzo un tizzone
                                                                     con la punta del bastone.
Il maialino, correndo, guadagna la porta dell’inferno.

GLI ALTRI DIAVOLI (rivolti al maialino): Con astuzia criminale
                                                                    ci ha gabbato il maiale.
                                                                     
                                                                     Diamo addosso all’eremita
                                                                     e riapriamo la partita!


Duello tra i diavoli e Sant’Antonio a suon di bastonate. Sant’Antonio ha il sopravvento sui diavoli, che al termine della battaglia, sono stremati, a terra. Sant’Antonio corre verso la porta dell’inferno e scappa. La scena termina con Lucifero che sopraggiunge, inseguito dalla moglie che brandisce una grossa padella.

GLI ALTRI DIAVOLI: Ecco il capo in preda a doglie
                                    inseguito dalla moglie.

LA MOGLIE DEL DEMONIO (grida infuriata, rivolta al marito): Incapace, inconcludente!
                                                                                                         Non hai combinato niente!

                                                                                                         Hai lasciato che il porcello
                                                                                                         scatenasse quel macello!

                                                                                                         E la mia peperonata
                                                                                                         colpa tua se si è guastata!!

IL DEMONIO (urlando dallo spiraglio della porta dell’inferno): Hai sconvolto la mia vita
                                                                                                         malandrino eremita!
            


Riprende il Bosìn dall’alto del gradino circolare all’interno della piazza.
                                                          BOSÌN
Buona gente, hai veduto
in terribile battaglia
Sant’Antonio vincitore
del demonio tentatore.


Or bisogna che io vada
a finir la bosinada.
Per Antonio Abate è d’uopo
che qualcuno accenda il fuoco,
che con canti, balli e cori
e con suoni lo si adori.

                                        CANTO FINALE DEGLI EREMITI

Viva viva Sant’Antonio
il nemico del demonio.
È finito il nostro canto
Babbo, Fiòl, Spirito Santo.

E per quanto noi lodiamo,
e per quanto noi cantiamo,
più di questo non ci resta
che di fargli una gran festa
che di fargli una gran festa.














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