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venerdì 21 marzo 2014

Rimborsopoli, così la busta di Boni lievitò fino a 35mila euro

Le prove nell’inchiesta sui rimborsi pazzi per l'ex presidente del Consiglio regionale. «Abitava a Milano ma per 9 anni intascò i soldi dei viaggi da Sabbioneta al Pirellone»

Una busta paga che nel gennaio di tre anni fa raggiungeva i 35mila euro e rotti. Soldi percepiti truccando le carte e gonfiando i rimborsi: avrebbe finto, sostengono gli investigatori, di abitare ancora nel paese natale, Breda Cisoni, vicino a Sabbioneta e non invece a Milano. Un pugno in faccia a chi sconta i costi della crisi. Un doppio pugno in faccia, visto che si tratta di soldi pubblici e a versare la busta paga all’ex presidente del consiglio regionale Davide Boni, era la Regione Lombardia, la stessa che per necessità di revisione di spesa è costretta a tagliare personale sanitario e posti letto ospedalieri. Ora, a qualche giorno dalla chiusura dell’inchiesta della Procura di Milano nei confronti di 55 ex consiglieri regionali lombardi, nove ex assessori e un collaboratore, accusati di peculato per le spese pazze rimborsate dal Pirellone, emergono nuovi particolari, in particolare la busta paga di Boni, pubblicata mercoledì dal quotidiano La Repubblica.
I soldi pubblici intascati illecitamente dagli amministratori del Pirellone ammontano, secondo le carte dell'inchiesta, a quasi tre milioni e mezzo di euro. Di questa montagna di denaro sparito Davide Boni avrebbe intascato in modo giudicato illegittimo 32mila euro, tutti in buoni benzina. Questo nell’arco di nove anni, tra il 2003 e il 2011. Il trucco, sempre secondo i magistrati della Procura milanese, era di far risultare la residenza nel Mantovano ed essere così costretto a percorrere ogni giorno quasi 300 chilometri in andata e ritorno tra Sabbioneta e Milano. In realtà le cose non andavano così, secondo gli agenti di polizia giudiziaria che, tra le prove raccolte, hanno anche interpellato la portiera dello stabile milanese dove l'esponente leghista abita da anni, in zona tribunale, che è di proprietà della moglie. A quanto pare la testimonianza è stata molto precisa: la portiera ha ricordato che dal 2003 Boni «usciva tutte le mattine alle 8 e dieci con la moglie e il figlio. Era molto gentile, mi salutava sempre chiamandomi per nome...».
Nella busta paga del gennaio 2011, Boni aveva insomma percepito - assieme al normale mensile - anche un arretrato di rimborso spese di trasporto di ben 12.900 euro. Aggiunto alle altre voci del compenso danno luogo alla sproporzionata cifra di 35mila euro. Nelle Rimborsopoli milanese altri due nomi mantovani: l’ex consigliere regionale leghista Claudio Bottari e l’ex assessore alla digitalizzazione (Pdl) Carlo Maccari.

da  http://gazzettadimantova.gelocal.it/cronaca/2014/03/20/news/rimborsopoli-cosi-la-busta-di-boni-lievito-fino-a-35mila-euro-1.8887611

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