Asfalti Brianza, non tutti fanno la propria parte
I bene informati sussurrano che il prefetto di Monza e Brianza abbia detto che sia doveroso dare garanzie ai cittadini sulla questione Asfalti Brianza e che per farlo tutte le amministrazioni coinvolte debbano dare il proprio contributo. Se con questo si intende i comuni in cui ricadono gli odori nauseabondi dell'impianto, allora anche la giunta di Monza è chiamata a fare la sua parte.
Il fatto è che per ora chi si sta muovendo con decisione è solo il comune di Concorezzo. Vero è che la struttura si trova sul territorio di quel comune, altrettanto vero che i problemi non si fermano al confine.
Eppure per ora ad esporsi è solo il sindaco di Concorezzo, che si è attivato con decisione per salvaguardare la salute dei suoi concittadini e pure di quelli di Monza. Infatti è stato lui a riferire quanto sta facendo il comitato di quartiere Sant'Albino, che, guarda un po', appartiene alla città di Monza ed è in una delle zone più colpite dalle molestie olfattive.
In questi giorni sono previste le prime analisi. Ma per gli abitanti del quartiere, che stanno conducendo una battaglia per la salute – senza il supporto del Comune di Monza – le azioni messe in campo non sono sufficienti. Cosa chiedono? Per scoprirlo basta andare a leggere il loro blog. 1) controllori seri e competenti (NOE dei carabinieri a supporto di ARPA e ATS?), controllo delle emissioni al camino con impianto a massimo regime, carotaggi lungo la linea del vento almeno a partire dagli orti comunitari del Comune di Monza (Via Sardegna) ogni 50/70 metri fino ad AB. Sondaggi nel perimetro dell'azienda (per verifica suolo, sottosuolo e soprattutto falda), centraline in tutta la vasta area delle emissioni; posizionate con criterio (ad evitare attribuzioni dubbie a smog automobilistico).
Il fatto è che per ora chi si sta muovendo con decisione è solo il comune di Concorezzo. Vero è che la struttura si trova sul territorio di quel comune, altrettanto vero che i problemi non si fermano al confine.
Eppure per ora ad esporsi è solo il sindaco di Concorezzo, che si è attivato con decisione per salvaguardare la salute dei suoi concittadini e pure di quelli di Monza. Infatti è stato lui a riferire quanto sta facendo il comitato di quartiere Sant'Albino, che, guarda un po', appartiene alla città di Monza ed è in una delle zone più colpite dalle molestie olfattive.
In questi giorni sono previste le prime analisi. Ma per gli abitanti del quartiere, che stanno conducendo una battaglia per la salute – senza il supporto del Comune di Monza – le azioni messe in campo non sono sufficienti. Cosa chiedono? Per scoprirlo basta andare a leggere il loro blog. 1) controllori seri e competenti (NOE dei carabinieri a supporto di ARPA e ATS?), controllo delle emissioni al camino con impianto a massimo regime, carotaggi lungo la linea del vento almeno a partire dagli orti comunitari del Comune di Monza (Via Sardegna) ogni 50/70 metri fino ad AB. Sondaggi nel perimetro dell'azienda (per verifica suolo, sottosuolo e soprattutto falda), centraline in tutta la vasta area delle emissioni; posizionate con criterio (ad evitare attribuzioni dubbie a smog automobilistico).
Nessun commento:
Posta un commento