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domenica 2 settembre 2018

Lettera di Tahar Ben Jelloun a Salvini


La traduzione sotto è mia, non autorizzata e forse non professionale ma credo rispettosa nella sostanza e comunque utile a sostenere un movimento d'opinione contro la deriva razzista nel nostro paese.

Paolo


Signor Matteo Salvini,
in pochi mesi lei è diventato famoso al punto che alcuni media stranieri pensano lei sia il presidente del Consiglio italiano. La sua popolarità deriva dal suo modo piuttosto sorprendente di fare politica. Taluni ammirano la sua schiettezza, la sua virilità e la sua capacità di disprezzare coloro che non sono dalla sua parte. Lei è famoso perché non usa i guanti per risolvere i problemi. Nessun pelo sulla lingua, nessuna cautela oratoria, nessuna diplomazia. E in effetti non rispetta alcuna regola. Per lei tutto è semplice. Ma, ahimè, le cose sono più complicate.
I migranti? Nessun problema, vanno mandati via senza alcun tentennamento. Lei chiude tutte le porte ed è orgoglioso di sé stesso. In questo emula l'uomo forte dell'Ungheria, Viktor Orbán, che la considera suo compagno di strada per le ossessioni che condividete.
Lei ritiene che le persone siano dalla sua parte. E in effetti non ha tutti i torti. Ho appreso che il 72% delle persone intervistate approva i suoi metodi. La cosa più strana è che il 42% di loro verrebbe dalla sinistra. Pare che lei intenda rimettere in atto pratiche fasciste che mirano ad escludere certe persone chiudendo a doppia mandata i confini di un paese meraviglioso che ha già sperimentato gli orrori di emigrazione, razzismo e esclusione.
L'Italia è un paese molto bello. Sulla sua bellezza, sulla sua luce, sulla sua grande cultura lei hai steso un orribile velo. È un peccato.
Lei cita volentieri Mussolini, rifacendosi alla sua arroganza: "Molti nemici, molto onore”. Lei ha abrogato le leggi che proibiscono l'apologia del fascismo e l'incitamento all'odio razziale (nota del traduttore: Salvini intende abrogare…). Lei trova i suoi nemici in persone che vivono nell’ angoscia e nella disperazione. Uomini che emigrano o cercano rifugio perché rischiano di perdere la vita nel loro paese in guerra. Loro non vogliono farle alcun male. Vengono perché il mondo ha generalizzato le disuguaglianze, la povertà, quello che un tempo veniva definito sfruttamento dell'uomo sull’uomo. La globalizzazione ha espulso milioni di persone dalle loro terre e impoverito ancor di più i già poveri. Con il cambiamento climatico, la violenza della finanza e l'incoerenza dell'economia, l'Europa vedrà sempre più migranti bussare alle sue porte. È una realtà triste, ma è così.
La memoria di un’altra Italia è molto corta. Di quando intere famiglie lasciarono il Sud per cercare lavoro in Francia e furono così male accolte (16-20 agosto 1893, massacro di italiani a Aigues-Mortes, seguito da altre violenze in cui gli immigrati italiani persero la vita ).
Lei ha giustificato l'uso di armi da fuoco contro quelli che lei chiama "gli intrusi". Dice in ogni occasione che "gli immigrati vengono a rubare il lavoro agli italiani" e ripete ovunque, imitando in questo Donald Trump, "Prima gli italiani". Non ha torto a voler privilegiare i suoi compatrioti. È anche normale. Ma si può essere umani, si può provare a capire gli altri. Si tratta, come ha detto l'ex primo ministro francese Michel Rocard, di "accogliere tutta la miseria del mondo ed è necessario che la Francia faccia la sua parte".
I Rom non sono ben visti. Pare che il controllore di un treno abbia detto: "I Rom hanno rotto le palle, scendano alla prossima fermata! ".
Lei è ministro di uno stato che ha fatto l'Europa. È necessario garantire la sicurezza di tutti i cittadini indipendentemente dall'origine o dal colore della pelle. Non ha lei parlato perfino di una “pulizia di massa in Italia"? Le ricordo le sue affermazioni riportate dall'agenzia Ansa: "Una pulizia di massa è necessaria anche in Italia, strada per strada, quartiere per quartiere, luogo per luogo e con le maniere forti, se necessario, perché interi pezzi di città, interi pezzi d'Italia sono fuori controllo. "
Non si tratta di giustificare quelle che lei chiama "invasioni". No, l'Italia, come altri paesi vicini, è costretta ad affrontare la questione dei migranti. È un problema reale che deve essere regolato. Riguarda tutta l'Europa, che, lo so, per anni ha abbandonato il suo paese, lasciandolo solo di fronte alle migliaia di migranti che arrivavano ogni giorno a Lampedusa. Ma questo problema non può essere risolto con la violenza del rifiuto. Richiede la concertazione con i paesi vicini. Esistono soluzioni ma non passano attraverso il razzismo, l'esclusione e l'odio. Soluzioni europee potrebbero essere proposte ad alcuni stati africani i cui cittadini si allontanano rischiando la vita. Potremmo e dovremmo metterli di fronte alle loro responsabilità. La soluzione della migrazione africana è in Africa.
Ciò che le si rimprovera, Signor Salvini, è di manifestare un incitamento all'odio, una banalizzazione della discriminazione, un atteggiamento senza umanità nei confronti di un problema doloroso. La questione dei migranti l’ha liberata da qualsiasi remora nei confronti del razzismo più insidioso e anche del più violento. Alla fin fine la questione dell’immigrazione le ha reso un buon servigio. Senza i migranti e le loro tragedie lei potrebbe non essere oggi nella posizione che occupa. Dovrebbe dire loro "Grazie".



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