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mercoledì 20 agosto 2014

IRAQ: LE COSE SONO MOLTO PIU' COMPLICATE!










Quando si parla di Iraq, è di moda oggi fare disquisizioni più o meno dotte sull'accordo Sykes-Picot, sulla Mesopotamia, su Hammurabi, sulla solubilità o meno dei musulmani in democrazia, ma ci si dimentica una cosa recente e fondamentale per capire cosa sta succedendo oggi in quel paese, le cui sofferenze non nascono con l'ISIS, ma con l'aggressione occidentale (prima guerra del Golfo, embargo di 13 anni) e anglo-americana in particolare con l'invasione. Nel 2003, malgrado l'avvertimento dell'algerino Lakhdar Brahimi, allora inviato speciale dell'ONU per l'Irak, il capo dell'Autorità Provvisoria, l'americano Paul Bremer, ha voluto a tutti i costi "debaatizzare" l'Iraq, molti funzionari e quasi tutti i militari sono stati licenziati col pretesto che appartenevano al partito Baath e quindi sostenitori di Saddam Hussein, commettendo così un grave errore. Questi militari hanno formato l'Esercito dell'Ordine Sufi Naqshabandi, sotto la guida di Izzet Al-Douri, uno degli uomini chiave del regime di Saddam Hussein. Sono i suoi uomini, alleati per l'occasione con l'ISIS, che hanno preso la città di Mossul in poche ore in giugno.
Sembra che nessun voglia indagare seriamente sulle forze in campo in Iraq. Sono sostanzialmente sei:
1. Le fazioni islamiche (Jaish Al-Islam, Kataeb Al-Islam, Kataeb Thawrat Al-Ishrin, Ansar Al-Sunna);
2. I combattenti delle tribù che si sono organizzate in seguito alla repressione delle manifestazioni pacifiche in tutti questi anni; le tribù (Al-Ashaer) hanno un importante peso nella società irachena
3. L'Esercito dell'Ordine Sufi Naqshabandi che comprende molti ufficiali dell'esercito e migliaia di elementi della ex Guardia Repubblicana, l'élite dell'esercito di Saddam.
4. ISIS o Daesh (in arabo) lo Stato Islamico dell'Iraq e del Levante.
5. Formazioni sciite (Esercito d'El-Mahdi, Saraya Al-Salam Faylaq Badr, Assayeb Ahl Al-Haqq)
6. Peshmerga curdi, limitatamente nel Kurdistan.
A parte i Peshmerga, tutte le altre formazioni armate sono nate dopo l'invasione dell'Iraq nel 2003. Ora armando i Curdi come si sta già facendo, risolverà la situazione o creerà ancora più caos? Non si è imparato nulla dal precedente libico? Anche lì la Francia era il capofila nell'armare i ribelli. L'Europa deve fermare, non seguire, la Francia...



Condivido perché finalmente mi è tutto più chiaro. E vorrei fosse chiaro per gli altri. Sono stata in Iraq nel 2002 con Michel Collon che è un giornalista belga. Sono stata ospite di Saddam Hussein. Io ho visto quell'Iraq. Ero contraria a quella guerra, con tutte le mie forze. E anche all'eliminazione di quello che era dipinto come un feroce dittatore. Lo era pure anche, ma l'Iraq era uno stato all'avanguardia nella sanità pubblica, l'istruzione era gratuita per tutti, la benzina costava niente, i trasporti meno che niente. Abbiamo intervistato l'arcivescovo di Baghdad e il capo della comunità ebraica. Tutte istituzioni aperte e frequentate. Certo, era uno stato "dittatoriale", ma le donne erano ministre, professoresse, medici, specialiste ai più alti vertici, andavano in giro vestite come volevano (abbiam visto anche studentesse in minigonna) e l'arte prosperava nel paese, supportata dallo Stato. Poi hanno fatto un macello. E ora armano i curdi. Parrebbe così ad una prima vista superficiale che proprio non sappiano ciò che stanno facendo: un macello spaventoso, come al solito. Ora mi guardo il video. Grazie Tahar di esistere.





E' armando il meno peggio abbiamo creato i talebani: ora serve forza di...
espresso.repubblica.it

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