Il nostro commento al post del Sindaco di Concorezzo (che trovate sotto)
CQSA
Le
amministrazioni di Concorezzo e di Monza, la Provincia, ARPA, ATS MB, ATO MB
per cinque anni sono stati i poco solerti tutori della nostra salute. Ora
sembrano correre precipitosamente a rimediare.
Se
fossero confermati i nostri timori però molte teste dovrebbero saltare. E' un'
ipotesi plausibile considerando che i controllori di oggi sono gli stessi
disattenti osservatori di ieri?
C’è il
ragionevole dubbio che il piano ATS – ARPA/ DGR 3018, realizzato a marzo con
attività ridotta, additivi e finestre chiuse non possa che produrre risultati
così bassi da condannarci per sempre al silenzio. Ribadiamo che le uniche
rilevazioni non contestabili, specie per una azienda come AB, pericolosa e poco
affidabile, sono quelle prese al camino con impianto a massimo regime e
per un congruo periodo di tempo. Tutte le altre rilevazioni potranno essere
contestate in quanto attribuibili a smog, traffico automobilistico e
quantaltro.
In altre
regioni ARPA è stata chiamata in causa alle prime segnalazioni della gente ed è
intervenuta subito con controlli al camino con l’impianto a pieno
regime e semplicemente ha chiuso l’azienda (vedi: https://infoinrete.blogspot.com/2019/12/roma-sequestro-44mila-tonnellate-di.html)
Ciò
che avrebbe dovuto sollecitare il sindaco di Concorezzo (allora Borgonovo,
peraltro stessa maggioranza dell’odierno Capitanio) parecchi anni fa o almeno
questa estate quando AB, annusato il fiato sul collo dell’indagine della
Procura ha dato il peggio di sé in fatto di emissioni procurando vomito a cani
e gatti e malesseri da Pronto Soccorso agli umani.
Il dovere
di tutela è stato sancito con sentenza del Consiglio di Stato per il quale i
controlli da parte delle istituzioni vanno garantiti in caso di segnalazioni da
parte della cittadinanza, senza l’onere della prova (nel senso che ovviamente i
cittadini non sono tenuti a dimostrare la fondatezza delle loro lamentele).
Vorremmo
poi capire che fine ha fatto la famosa assemblea pubblica da convocare a
gennaio per “designare” i segnalatori. E che intenzioni ci sono per la
Conferenza dei servizi del 10 gennaio.
Siamo
certi che questo improvviso attivismo sia stato innescato dall’autorevole
intervento del Prefetto che finalmente ha imposto a tutti coordinamento e impegno.
Chiediamo però al Prefetto di mettere in campo anche altri supervisori, come il
NOE dei Carabinieri e di ascoltare anche noi.
Abbiamo
appena avuto conferma del fatto che AB resta comunque sotto sequestro e che la
riapertura è solo parziale e a titolo sperimentale. Ma cosa si deve
sperimentare? Che riducendo la produzione (cosa del tutto funzionale alle
richieste stagionali del mercato) il filtro a manica diventi per incanto in
grado di contenere le emissioni gassose? O che gli additivi profumati
"coprano" le sostanze cancerogene? Di certo gli additivi consentono
di usare nel composto un sacco di fresato in più, con un gran vantaggio
economico per AB.
Additivi
peraltro di cui nessuno ha rivelato la composizione e le eventuali ricadute
sulla salute. Per inciso in questi giorni negli USA sono stati proibiti gli
additivi aromatizzati aggiunti alle sigarette elettroniche perché cancerogeni.
Non ci sarà un rischio simile?
O si
spera che il nuovo bruciatore renda efficiente un impianto antidiluviano e
aiuti a ridurre le emissioni, possibilità negata esplicitamente anche dal
Dottor Maierna di ARPA?
E allora
la "sperimentazione" non avrà piuttosto la finalità di
"bruciare" (nei nostri polmoni) la montagna accumulata da AB che
sarebbe impossibile rimuovere coi camion (figurarsi se entro il 24 Gennaio!).
O forse
si vuole sperimentare se i proprietari di Asfalti Brianza, pressati da Procura,
Prefettura e opinione pubblica intendano in poche settimane diventare una
controparte attendibile, dopo anni di inadempienze ai tavoli e decenni di
disavventure con le proteste della popolazione di Monza, Concorezzo, Agrate,
Brugherio e Segrate e un non episodico passaggio per le aule di tribunale.
Ora
Capitanio e company si attivano per mettere in atto le procedure previste dalla
DGR 3018. Ma questa DGR si occupa di molestie olfattive e
può essere usata come arma di distrazione di massa e come strumento burocratico
per ritardare gli interventi di controllo o per pilotarli in periodi inadeguati
(come accadrebbe oggi con produzione ridotta, puzze coperte da additivi e
finestre ben chiuse). Non ci sta bene.