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venerdì 10 marzo 2017

QUESTA E' L'ITALIA DEL DECRETO MINNITI, QUESTA E' LA MILANO DELL'ACCOGLIENZA

Nel volo di ritorno da Parigi, ho assistito a un respingimento alla frontiera francese di un tizio sui 30 anni, tratti mediorientali gentili, uscito da Malpensa regolarmente e rientratoci accolto da un poliziotto cordiale. Non avendo il suo nome, mi dicono, non posso sapere che cosa gli sia successo.
Nelle stesse ore un suo coetaneo egiziano veniva espulso dall'Italia. Il suo nome lo conosciamo. E anche la sua storia. Eccola qui, raccontata da un'ottima persona che opera con i minori stranieri non accompagnati. E che ha visto questo ragazzo crescere e poi sparire.
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M. ha 25 anni, è arrivato in Italia dall'Egitto nel 2010. Per sfortuna non è mai riuscito a regolarizzarsi. Per 7 anni ha lavorato duramente come muratore, acquisendo esperienza e professionalità, ha imparato l'italiano benissimo e legge, scrive e parla perfettamente. Insieme stiamo progettando una collaborazione, nel campo dell'edilizia, a favore dei ragazzi stranieri con cui lavoro. Nel frattempo quest'anno ha conosciuto una giovane ragazza egiziana, residente regolarmente a Milano di cui si è innamorato e pochi giorni fa, seppure a distanza, (M non può andare in Egitto) in Egitto è stato celebrato il matrimonio secondo il rito musulmano. Ora lei è tornata a Milano e stiamo organizzando il matrimonio civile e una bella festa, sobria ma partecipata. Scrivo al presente perchè M è vivo e fisicamente sta bene, ma dalle 9 di ieri, lunedì 6 marzo, tutto quello che ho scritto deve essere trasformato al passato. Ieri mattina M. è stato fermato in Via Padova per un normale controllo di polizia e, ovviamente non aveva i documenti. E' stato portato in Questura e per più di 24 ore gli è stato impedito di comunicare con chiunque. Anche al nostro avvocato, che si è recato in Questura, è stato impedito di parlargli adducendo le solite regole burocratiche. Oggi alle 15 finalmente M. mi ha chiamato, dicendomi che lo stavano accompagnando a Malpensa per rimpatriarlo. Mi ha chiesto di raggiungerlo, insieme ai genitori di sua moglie per salutarlo, ritirare i documenti per fare il ricorso e ricevere qualche effetto personale da portarsi in Egitto. Purtroppo in strada c'era traffico e il viaggio verso Malpensa era molto lento... Niente da fare, l'aereo partiva alle 17, non ce l'abbiamo fatta... A M dico, (come era solito dire lui quando gli raccontavi di qualche difficoltà o problema): "Tranquillo, caro mio, ci penso io, tu stai tranquillo" garantendogli che farò di tutto per riportarlo in Italia.
A chi legge invece dico: "QUESTA E' L'ITALIA DEL DECRETO MINNITI, QUESTA E' LA MILANO DELL'ACCOGLIENZA". Muoviamoci e facciamo qualcosa perchè così non si può andare avanti.

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