Nelle stesse ore un suo coetaneo egiziano veniva espulso dall'Italia. Il suo nome lo conosciamo. E anche la sua storia. Eccola qui, raccontata da un'ottima persona che opera con i minori stranieri non accompagnati. E che ha visto questo ragazzo crescere e poi sparire.
__________________
M. ha 25 anni, è arrivato in Italia dall'Egitto nel 2010. Per sfortuna
non è mai riuscito a regolarizzarsi. Per 7 anni ha lavorato duramente
come muratore, acquisendo esperienza e professionalità, ha imparato
l'italiano benissimo e legge, scrive e parla perfettamente. Insieme
stiamo progettando una collaborazione, nel campo dell'edilizia, a favore
dei ragazzi stranieri con cui lavoro. Nel frattempo quest'anno ha
conosciuto una giovane ragazza egiziana, residente regolarmente a Milano
di cui si è innamorato e pochi giorni fa, seppure a distanza, (M non
può andare in Egitto) in Egitto è stato celebrato il matrimonio secondo
il rito musulmano. Ora lei è tornata a Milano e stiamo organizzando il
matrimonio civile e una bella festa, sobria ma partecipata. Scrivo al
presente perchè M è vivo e fisicamente sta bene, ma dalle 9 di ieri,
lunedì 6 marzo, tutto quello che ho scritto deve essere trasformato al
passato. Ieri mattina M. è stato fermato in Via Padova per un normale
controllo di polizia e, ovviamente non aveva i documenti. E' stato
portato in Questura e per più di 24 ore gli è stato impedito di
comunicare con chiunque. Anche al nostro avvocato, che si è recato in
Questura, è stato impedito di parlargli adducendo le solite regole
burocratiche. Oggi alle 15 finalmente M. mi ha chiamato, dicendomi che
lo stavano accompagnando a Malpensa per rimpatriarlo. Mi ha chiesto di
raggiungerlo, insieme ai genitori di sua moglie per salutarlo, ritirare i
documenti per fare il ricorso e ricevere qualche effetto personale da
portarsi in Egitto. Purtroppo in strada c'era traffico e il viaggio
verso Malpensa era molto lento... Niente da fare, l'aereo partiva alle
17, non ce l'abbiamo fatta... A M dico, (come era solito dire lui quando
gli raccontavi di qualche difficoltà o problema): "Tranquillo, caro
mio, ci penso io, tu stai tranquillo" garantendogli che farò di tutto
per riportarlo in Italia.
A chi legge invece dico: "QUESTA E' L'ITALIA DEL DECRETO MINNITI, QUESTA E' LA MILANO DELL'ACCOGLIENZA". Muoviamoci e facciamo qualcosa perchè così non si può andare avanti.
A chi legge invece dico: "QUESTA E' L'ITALIA DEL DECRETO MINNITI, QUESTA E' LA MILANO DELL'ACCOGLIENZA". Muoviamoci e facciamo qualcosa perchè così non si può andare avanti.
Nessun commento:
Posta un commento