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giovedì 20 ottobre 2016

"COMITATO MASAI PER IL NO. CHI NON SALTA RENZI E'!"

dopo il "Comitato Masai per il si" è nato anche un

"COMITATO MASAI PER IL NO. CHI NON SALTA RENZI E'!"






sabato 8 ottobre 2016

LA PILLOLA A PAGAMENTO



 
 
 
 
 
 
 
 
DA Alberto Panaro
6 ore fa · 

Chiara RONZANI

(radiopopolare.it, 08 ottobre 2016)


Tagli alla sanità. La PILLOLA a PAGAMENTO
Al ritorno dalla pausa estiva, i medici di famiglia si sono accorti che non è più possibile prescrivere alle pazienti i farmaci anticoncezionali, perché sono usciti dalla fascia A. Il ministero ha deciso, in piena estate, di escludere gli ultimi contraccettivi orali dalla lista dei farmaci rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale. In questo modo qualunque forma di contraccezione “sicura” è diventata a pagamento.
Una razionalizzazione che garantirà risparmi risibili ma che si inserisce in un contesto “pro life”. “Il messaggio percepito da parte del pubblico è stato Fate figli”. – racconta la dottoressa Pina Onotri, presidente del Sindacato dei medici italiani. “Un messaggio che ha sollevato un’ondata di indignazione soprattutto tra le coppie giovani in difficoltà economiche, che non hanno un sistema di welfare, nemmeno fai da te, ovvero parenti o nonni che possano aiutare nel difficile compito che è oggi essere donna, mamma e lavoratrice”.
Un taglio che è arrivato in concomitanza con il varo del Fertility day, e con la decisione di inserire nei Lea (i livelli essenziali di assistenza) la fecondazione assistita.
Una scelta che “mi sembra rientri in uno scenario ideologico anteguerra” – continua Onotri. “Ci sono state conquiste nel tempo: i consultori, l’educazione sessuale, l’informazione sulla contraccezione per prevenire gli aborti e favorire la maternità consapevole, questo mi sembra assolutamente un passo indietro che come donna e come medico ritengo inaccettabile”.
Ci saranno pazienti che smetteranno di affidarsi alla contraccezione sicura, a vantaggio di sistemi gratuiti ma inefficaci? “Temo di sì, soprattutto tra le adolescenti” – risponde la dottoressa Onotri – “perché oggi in ambito pubblico si è regrediti anche su altri piani. Per gli adolescenti c’è meno informazione sulle malattie sessualmente trasmissibili e sulla prevenzione di una maternità indesiderata; credo che questa scelta non faccia altro che peggiorare il quadro”.

MANUALE PER LA VERIFICA DEI CONTENUTI DIGITALI

«Di questi tempi è sempre più vitale conoscere la verità e saper verificare le notizie e altre informazioni. Questo manuale fornisce gli strumenti fondamentali a tutti, giornalisti e cittadini, per farlo in maniera efficace» - Howard Finberg, The Poynter Institute.
L'European Journalism Centre (EJC) ha pubblicato l'edizione italiana del Verification Handbook, la guida definitiva alla verifica dei contenuti digitali per coprire le emergenze, curata da Craig Silverman.
In un contesto giornalistico come quello italiano, in cui la cultura del "fact-checking" è poco diffusa all'interno delle redazioni, questo manuale è essenziale per conoscere le tecniche più semplici ed efficaci per verificare i contenuti in tempo reale.
Il libro parte dalle regole fondamentali della verifica, per poi spostarsi a quelle specifiche che riguardano immagini, video e contenuti prodotti dagli utenti stessi, tramite, ad esempio, i loro smartphone. Un controllo che può avvenire anche integrando la molteplicità umana con quella computerizzata. Altra questione approfondita nel libro è quella della verifica dei fatti grazie alle persone che popolano i social (il cosiddetto “crowdsourcing”).
«La folla, nel più ampio significato del termine, è sempre stata un elemento cruciale per la raccolta e la diffusione delle notizie. Oggi tuttavia tecnologie social come Twitter, Facebook, YouTube e altre ci consentono di instaurare un rapporto collaborativo ben più esteso e su scala più ampia, ma soprattutto ci permettono di farlo in maniera più rapida», spiega Mathew Ingram, senior writer di Fortune.
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L'edizione italiana del Verification Handbook è stata curata e tradotta da Andrea Coccia di Slow News. È disponibile anche in formato pdf: http://bit.ly/verification-handbook-pdf
La guida definitiva alla verifica dei contenuti digitali per coprire le emergenze.
verificationhandbook.com

venerdì 7 ottobre 2016

PERCHE' NON PAGARE I POLITICI COI VOUCHER?

TAHAR LAMRI SUI "WHITE HELMETS" SIRIANI

Tahar Lamri  

Ad essere indulgenti, chiamiamola ambigua questa organizzazione. White Helmets (prima Syria Civil Defense) è ambigua perché non è un'organizzazione creata e tuttora diretta da un ex (ma non so quanto ex) ufficiale dei servizi britannici, un certo James LeMesurier ed è legata alla potente agenzia di propaganda InCoStrat. Riceve finanziamenti non chiari dal governo degli Stati Uniti, da quello inglese e da quello olandese (milioni di dollari), ma soprattutto confeziona immagini ad alto impatto mediatico. L'ultima quella del bambino Omran, scattata da un jihadista che alcuni giorni prima aveva decapitato un bambino palestinese. Questa organizzazione opera soltanto nelle zone sotto controllo di Jabhat Al-Nusra (Al Qaeda in Siria) e alleati e in molti video si vedono attivisti White Helmets armati mentre l'organizzazione si presenta come organizzazione di soccorso (teoricamente per tutti) non armata e super partes. Nell'aprile 2016 è stato negato l'ingresso negli Stati Uniti, perché presente nella lista nera, a Raed Salah, un responsabile di questa organizzazione, che doveva ritirare il premio InterAction. Mark Toner, il rappresentante del Dipartimento di Stato ha poi dichiarato che i White Helmets sono fantastici ma i loro capo è sospetto Questo dicono gli americani non io. Forse svolge anche operazioni di soccorso (ha mezzi di ultimo grido) ma è soprattutto essa stessa un mezzo di propaganda. Forse una nuova razza di predatori umanitari.

ESSERE INTELLIGENTI di Anna Politkovskaja

Tahar Lamri
Tahar Lamri a Devrim Osman Gazi, copio e incollo qui il tuo post perché non è visibile a chi non è "amico" con te su FB:
 
ESSERE INTELLIGENTI di Anna Politkovskaja
«ho sempre creduto - e continuo a credere - che non stia a noi dare giudizi. Sono una giornalista, non
un giudice e nemmeno un magistrato. Io mi limito a raccontare i fatti». Subito dopo la strage di Beslan, la tempestarono di domande: « Ci dica: secondo lei chi ha ragione, signora Politkovskaja?, Prendere una posizione è intelligente, non crede?, Chi ha torto signora Politkovskaja?, I russi? O i ceceni?». Dopo aver camminato fra le fosse dei bambini morti, a queste domande, poste dagli "intelligenti", rispose così: «Dovrei prendere una posizione. Perché prendere una posizione è intelligente. Allora: vediamo. Ecco: sosterrò i terroristi che pieni di eroina e marijuana si sono presi 1127 ostaggi in una palestra nel primo giorno di scuola? O invece… sosterrò l'esercitò che ha usato i lanciafiamme contro i bambini di dieci anni? Vorrei chiedere agli intelligenti: sulle tombe c'è scritto mai ucciso dai russi oppure ucciso dai ceceni?”. “Chi non ha visto coi suoi occhi un attentato non ne parli perché non sa niente. Chi pensa che il sangue a terra sia rosso non parli perché non sa che è marrone, quasi nero. Chi pensa che un cadavere faccia impressione non parli perché non sa di chi striscia, vivo, coi suoi pezzi…»