L'AVVENTURA LIBICA
Siamo alla guida di un'azione militare in Libia, stando alle dichiarazioni di più' esponenti dell'amministrazione americana.
Questa guerra addirittura sarebbe già' iniziata. Truppe speciali
francesi ed americane, forse anche di altri paesi, forse anche
nostre,sono gia' in azione. Si bombarda e il nostro paese ospita una
discreta quantità' di droni americani. Noi, il nostro parlamento non ne
abbiamo,pero', finora, mai potuto discutere. Il governo non ha ancora
ritenuto suo dovere spiegarci di cosa si parla….
Si e' detto che
dovremmo intervenire su richiesta del governo libico per aiutarlo a
stabilizzare il paese e combattere l'avanzata dei miliziani dell'Isis.
Ad oggi non esiste alcun governo libico. Per la verità' non esiste più'
la Libia. Alcuni teorizzano la spartizione di questo paese in tre nuove
entità' statali. La realtà' ci dice che siamo di fronte ad una nazione
implosa e fallita nella quale ogni tribù decide e governa il territorio
che riesce a controllare a mano armata. Di armi, inutile dirlo, in giro
ce ne e' un'infinita'. Le stesse che la coalizione che oggi vorrebbe
stabilizzare quel territorio distribuì' largamente nella guerra per
detronizzare Gheddafi. E' guerra di tutti contro tutti. La stessa
nascita dell'Isis in Libia e' figlia di queste logiche. Tra le sue fila
ci sono tantissimi sostenitori di Gheddafi, intere tribù' penalizzate
dalla guerra e messe totalmente ai margini, umiliate, da chi quella
guerra ha vinto. L'assenza di politiche di riconciliazione ed inclusione
ha portato una moltitudine di giovani a schierarsi sotto le bandiere
del califfodi Baghdad.
Ed e' guerra di tutti contro tutti anche nella coalizione che dovremmo "guidare".
L'Italia fu trascinata nella guerra per eliminare il leader della
Rivoluzione Verde. Contro i suoi interessi e contro ogni ragionevolezza
dettata dalla grande esperienza accumulata negli anni da quelle parti.
Non sapemmo opporci ad un'operazione che già' sapevamo fallimentare. Ce
lo imposero gli americani, ce lo imposero i francesi che non vedevano
l'ora di metter fine al nascente proposito di una moneta unica africana
di cui Gheddafi era promotore. Sarebbe stato per la Francia un colpo
durissimo visto che la Francia impone ancora oggi alle sue "ex" colonie
una moneta stampata nel suo territorio e protetta dai versamenti onerosi
e forzosi delle sue ex province d'oltremare. Avrebbero perso il
controllo di quelle economie. Nello stesso tempo per i cugini d'oltralpe
si dava la possibilità' di mettere in crisi la nostra leadership
petrolifera nell'area e assicurarsi il controllo del Sahel, ricco di
minerali e potenzialmente la più' grande centrale di energia solare del
pianeta. Gli ultimi anni hanno dimostrato più' volte la divaricazione di
interessi tra noi ed i nostri "alleati". La loro contrapposizione.
Stiamo entrando quindi in una pericolosissima situazione nella quale non
solo dovremo stare attenti al nemico di fronte a noi, ma guardarci
attentamente le spalle. Un'avventura!